Lombardia da record per la percentuale di persone con tossicodipendenza entrate in carcere nel 2023 sul totale degli ingressi. A livello nazionale, sono state 15492 le persone tossicodipendenti entrate in carcere, pari al 38% degli ingressi totali (40.661), in aumento rispetto al 29,9% del 2022. A livello regionale, questo valore scende sotto il 20% negli istituti penitenziari delle regioni Friuli Venezia Giulia, Calabria e nella provincia di Trento ed è superiore al 50% negli istituti della regione Lombardia e della provincia di Bolzano. I
l dato emerge dalla relazione annuale al Parlamento del 2024 esamina lo stato delle tossicodipendenze in Italia, analizzata con focus regionale da PoliS-Lombardia che spiega: “Un dato significativo riguarda la popolazione carceraria: il 50% delle persone incarcerate in Lombardia sono tossicodipendenti. Questo dato sottolinea l’importanza di interventi mirati, non solo per la riabilitazione, ma anche per la prevenzione della recidiva e per il supporto post-detenzione. Il sistema carcerario lombardo ha implementato programmi specifici per affrontare le dipendenze, includendo trattamenti farmacologici e psicoterapici. Inoltre, sono stati sviluppati programmi di reinserimento sociale per supportare i detenuti nel loro ritorno alla vita civile, riducendo così il rischio di recidiva”.
Tuttavia, secondo il Libro Bianco sulle Droghe (rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti promosso da La Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, Ccgil, Cnca, Associazione Luca Coscioni, Arci, Lila e Legacoopsociali), "la legislazione sulle droghe e l’uso che ne viene fatto sono decisivi nella determinazione dei saldi della repressione penale: la decarcerizzazione passa attraverso la decriminalizzazione delle condotte legate alla circolazione delle sostanze stupefacenti così come le politiche di tolleranza zero e di controllo sociale coattivo si fondano sulla loro criminalizzazione. Basti pensare che in assenza di detenuti per art. 73. o di quelli dichiarati tossicodipendenti, non vi sarebbe il problema del sovraffollamento carcerario. Dopo 34 anni di applicazione non possiamo più considerare questi come effetti collaterali della legislazione antidroga, ma come effetti evidentemente voluti".
Secondo Leonardo Fiorentini, direttore Fuoriluogo “l’unico modo sinora efficace per far aumentare l’età media di primo uso, diminuire i consumi dei minori e i comportamenti a rischio, oltre che avere un reale controllo sul principio attivo, sono le regolamentazioni legali. Lo dimostrano i dati provenienti dalle Americhe che riportiamo ogni anno nel Libro Bianco”.