Caserta, bracciante muore nel rogo di una baraccopoli

L'uomo si era costruito un rifugio di fortuna per sfuggire al gelo, l'incendio forse partito da una stufetta

I vigili del fuoco hanno potuto constatare solo la morte dell'uomo

I vigili del fuoco hanno potuto constatare solo la morte dell'uomo

Caserta, 13 febbraio 2021 - Un uomo è morto in un incendio scoppiato ieri sera all’interno di una una baraccopoli abitata da extracomunitari a Lusciano e Parete, nel Casertano. Il cadavere carbonizzato è stato recuperato dai vigili del fuoco e ora sono in corso le procedure per l’identificazione della vittima. Molto probabilmente si tratta di un migrante che lavora come bracciante nei campi della zona. L’area è stata sequestrata dai carabinieri di Casciano che indagano sulla vicenda. L’incendio sarebbe partito da una fuga di gas, da una bombola che doveva servire ad alimentare un fornello per cucinare, secondo gli accertamenti compiuti da carabinieri e vigili del fuoco sulla baracca andata a fuoco nella notte nelle campagne di Lusciano. Le autorità poi hanno smentito che di trattasse di una baraccopoli, parlando di un’abitazione di fortuna in cui viveva la persona deceduta, forse un bracciante agricolo. La vittima era carbonizzata e irriconoscibile. 

Non si esclude che questo e altri rifugi di fortuna  siano stati realizzati e utilizzati da extracomunitari che lavorano saltuariamente nei campi della zona. Sara’ comunque difficile stabilire l’identità della vittima, del cui corpo rimangono, per la devastazione compiuta dalle fiamme, pochi resti. I carabinieri e i vigili del fuoco ipotizzano che data la rapida discesa delle temperature, l’uomo abbia cercato di riscaldarsi con un fornellino. La bombola invece era fuori dalla baracca, presenta segni di bruciatura ma non e’ esplosa.

Immediata la presa di posizione dei sindacati: “L’uomo ucciso la notte scorsa dalle fiamme all’interno della baraccopoli di Parete, in provincia di Caserta, è l’ennesima vittima invisibile della mancata politica di accoglienza nel nostro Paese. Vittima del disinteresse generale e della mancata volontà dei Governi nel voler trovare soluzioni abitative dignitose per i tanti lavoratori impiegati in agricoltura”. A spiegarlo è la segretaria generale Flai Cgil Campania e Napoli, Giovanna Basile. 

“Vivono sfruttati e sottopagati nei campi e non possono permettersi nulla di più di una baracca all’interno delle tendopoli. Oggi piangiamo una vita, domani però dovrà essere il giorno delle risposte ad un’emergenza che va avanti da troppi, tanti anni. Il nuovo Governo - ha concluso - dovrà dare delle risposte concrete a un problema che non è locale ma nazionale. Le nostre proposte sono note. Aspettiamo solo di poterci sedere ad un tavolo e discuterne concretamente. È il momento di segnare il passo ed invertire la rotta”.