
Ashley Graham, modella curvy
Se il nuovo modello di bellezza è la normalità, lo hanno insegnato le passerelle di queste ultime stagioni, vedi l’acclamatissimo Marco Rambaldi, per non parlare di Monica Bellucci eterna star di Dolce e Gabbana, l’ultima rivoluzione sul tema è il casting rivolto a ragazze curvy e slim. In cui non è nemmeno indicata un’età per le “ragazze“. Perché la bellezza non va imprigionata in una data o in una taglia. Si chiama sostenibilità sociale. O se si preferisce, più semplicemente, segno del cambiamento dei tempi e dei costumi.
Così, per chi vuole provare questa esperienza l’appuntamento è domenica 13 novembre all’hotel Cristoforo Colombo di corso Buenos Aires. E sarà più di un casting, sarà soprattutto una occasione per riflettere su cosa sia oggi la bellezza, anche ascoltando le parole delle "ragazze" in gara.
Intanto una idea chiara ce l’hanno le organizzatrici. Laura Panigatti, esperta di moda, e ideatrice della selezione che supera il tanto celebrato, ma ancora poco utilizzato body positive, proporrà le prescelte alla fashion week o sul red carpet del festival del cinema di Venezia. E qualche contatto, ma va detto sottovoce, c’è già anche con Patrizia Mirigliani per Miss Italia.
"Il concetto di normalità deve essere metabolizzato dal fashion system - spiega Panigatti - e bisogna fare un passo avanti anche rispetto al “sono così e quindi mi accetto“ e alla paura di non piacere solo perché non ci si incasella in un target, essere normale può essere molto sensuale. E la moda deve imparare a vestire questa normalità". Ma non solo, aggiunge Panigatti: "Credo che l’ingresso del curvy o dello slim con imperfezioni in un campo che è sempre stato d’elite, come quello della moda, aiuti anche tante donne a prendersi cura di sè e a darsi obiettivi. Penso alle ragazze che sono naturalmente sovrappeso o che lo diventano ad esempio dopo una gravidanza". Carla Rubino, socia di questa bella avventura, insieme a Deborah Tufano, per trent’anni è stata ufficio stile delle più importanti griffe di abiti da sposa e da cerimonia.
"Troppo facile vestire donne che hanno le misure da manichino e sono giovanissime, (ride) ma il mondo è fatto d’altro e anche la femminilità non è necessariamente racchiusa in un corpo alto un metro e settanta con taglia 3840. E un altro steccatto da abbattere è l’età. Le generazioni sono diventate fluide e trasversali, inutile dire che ci sono cinquantenni splendide e questi cambiamenti vanno intercettati e appunto normalizzati".