Perché il cielo è giallo in questi giorni di piogge dal Sahara? La spiegazione

Il fenomeno denominato scattering è stato illustrato alla fine dell’800 dal fisico inglese John William Strutt Rayleigh

Milano, 22 giugno 2024 – Uno degli effetti più visibili legato alle piogge di questi giorni, cariche di sabbia in arrivo dal deserto del Sahara, è il colore giallo assunto dal cielo al termine delle precipitazioni.

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Anche questo fenomeno ha dato adito alla diffusione delle teorie più strampalate, dalle tesi parascientifiche alle tirate complottiste. Responsabile della tinta gialla del firmamento, invece, è lo “scattering”, il processo che colora il cielo con la diffusione della luce del Sole attraverso le molecole dell’aria. In questi giorni, quindi, capita di vedere il cielo giallo perché i raggi del sole riflettono la polvere in arrivo dall’area desertica che attraversa da parte a parte la fascia nord del continente africano.

Cos’è lo scattering

Lo scattering è responsabile, in primis, della colorazione blu/azzurra che siamo abituati a osservare nel cielo: dell’intero spettro cromatico, infatti, il colore blu è il più colpito dalle molecole che l’onda luminosa del sole incontra nel suo itinerario verso la terra.

Lo scattering è detto scattering di Rayleigh, dal nome dello scienziato che lo illustrò nel 1899, il fisico inglese John William Strutt Rayleigh, premio Nobel nel 1904. Fu lui nel 1899 a dimostrare che l’intensità della luce diffusa è inversamente proporzionale alla quarta potenza della lunghezza d’onda: in concreto significa che la luce blu che vediamo in cielo è quattro volte più diffusa della luce rossa perché ha una lunghezza d’onda più corta nello spettro della luce bianca.

Le altre coloriture

A questo punto viene da chiedersi come mai, al tramonto o all’alba, il cielo ci appaia di colore rosso. In questi momenti della giornata il sole è vicino all’orizzonte: i raggi solari diretti, quindi, attraversano uno strato più importante di atmosfera e perdono progressivamente la loro componente blu. Il sole, quindi, diventa sempre più rosso mano a mano che il tramonto procede.

Simile al fenomeno che “tinge” di giallo il cielo in presenza di sabbia e polvere nell’aria è quello che accade nell’eventualità di incendi di foreste o grandi aree boschive ma anche in caso di eruzioni vulcaniche. Accadimenti di questo tipo possono riempire l’atmosfera con particelle delle dimensioni fra i 500 e gli 800 nanometri, più grandi di quelle disseminate normalmente in aria. Queste particelle, quindi, sono in grado di diffondere la luce rossa.