Il city quitting è un termine nuovo, e descrive un trend, in crescita in molti Paesi, di “abbandono” delle città da parte di lavoratori (spesso smart-workers) che hanno scelto di scommettere su campagne, montagne, zone rurali e province, per vivere le loro vite. Ma per le città, questo non significa declino, anzi, potrebbe rappresentare il momento per una nuova trasformazione creativa, le città saranno sempre più “giovani”. A raccontarlo è Giacomo Biraghi, manager, laureato in economia e specializzato in city design, esperto internazionale in strategie urbane e smart city. Ha lavorato a importanti progetti di rigenerazione in tutta Italia e oggi è a capo del dipartimento innovazione di Confindustria Bergamo. Giacomo è, senza ombra di dubbio, un uomo di città, che però oggi, ha scelto la montagna. Giacomo vive oggi a San Simone, piccola località sciistica sul crinale tra Valtellina e Val Brembana (BG) a 1670 metri. Intervistato dal Giorno, racconta le ragioni della sua scelta e il futuro delle città.
La scelta del city Quitting è arrivata “improvvisamente” o ha richiesto tempo? La scelta dapprima è stata quella di sperimentare nel 2018, dopo 40 anni di intensa vita milanese, un altro territorio e un'altra condizione: quella della provincia hollywoodiana e industriale di Bergamo. Convinto che l’età dell’oro di Milano fosse finita e che le città fossero entrate in crisi di identità. Certamente poi il Covid nel 2020 mi ha portato ad estremizzare questa scelta, andando a trasferirmi definitivamente in media montagna.
L’ispirazione è arrivata da qualcuno, o da qualche storia? Certamente la mostra a New York dell’archistar Rem Koolhaas a inizio 2020 ”Countryside: The Future“ e il libro seminale “City Quitters” del 2018 dell’amica Karen Rosenkranz, che abbiamo poi avuto il piacere di ospitare nel TEDxBergamo del 2021.
Il city quitting è un trend destinato a crescere? Questa recente migrazione ha dei caratteri unici nella storia. Non esiste più la contrapposizione fra due realtà radicalmente diverse: sono stufo della città, perciò mi ritiro in campagna o in montagna. Oggi chi sceglie di andare a vivere fuori città vuole rimanere fortemente urbano, mantenere tutte le proprie connessioni e ambizioni lavorative, ma con la possibilità di vivere in un contesto diverso. Insomma, i city quitters non scelgono la campagna per fare gli agricoltori, ma portano lo spirito della città altrove. E questo potrà generare un interessante rimescolamento sociale che è certamente destinato a crescere.
Che ruolo avranno le città in futuro? La città sopravviverà? Richard Florida non ha dubbi a riguardo: le città nella storia sono sempre sopravvissute. Probabilmente la crisi, e questa fuga in campagna che riguarderà sempre più la popolazione adulta e le famiglie, renderà la vita urbana più economica. In questo modo le città ricominceranno ad attirare i giovani creativi, ridiventando un luogo di fermento culturale. Le città del futuro saranno più giovani.