Swatch, il collezionista Armando Ferrario racconta la sua passione

Un interesse che nel corso degli anni è cresciuto fin quasi a trasformarsi in un lavoro di ROBERTO CANALI

Armando Ferrario, collezionista di Swatch (Foto Cusa)

Armando Ferrario, collezionista di Swatch (Foto Cusa)

Monguzzo, 9 febbraio 2016 - Non solo orologi. La passione di Armando Ferrario per tutto ciò che legato alla Swatch nel corso degli anni è cresciuta fin quasi a trasformarsi in un lavoro, facendolo diventare uno dei massimi collezionisti ed esperti al mondo dei coloratissimi orologi di plastica arrivati a costare, in alcuni casi, più dei Rolex o di altri cronografi di gran marca.

Oggi le collezioni più importanti sono battute all’asta niente meno che da Sotheby’s, l’ultima comprendeva oltre 1.000 orologi e altri 4mila pezzi tra prototipi, schizzi e merchandising legati all’azienda Svizzera è stata venduta per più di un milione e 300mila dollari. Un investimento destinato a rivalutarsi nel tempo, come fosse un’opera d’arte appartenente a un grande artista. Del resto alzi la mano chi non ha in casa almeno uno Swatch: esibito al polso o dimenticato nel fondo di un cassetto che magari, dopo tanti anni, converrebbe riaprire per determinarne il valore. «In se stessi questi orologi valgono pochissimo – spiega Ferrario che in trent’anni di passione è riuscito a metterne insieme oltre un migliaio, anche se la cifra precisa è impossibile da conoscere, diventando l’ottavo collezionista al mondo – nella maggior parte dei casi sono fatti di plastica, ci sono delle collezioni che sono state realizzate in metallo, ma mai in leghe preziose come l’oro. Alla fine il loro pregio sta proprio nell’esclusività e nella tiratura limitata di alcuni esemplari».

Come quelli delle collezioni Gent e Lady ai famosi Chrono e Scuba, oltre ai mitici Art realizzati grazie alla collaborazione di artisti come Keith Haring, Jene Michel Folon, Sam Francis, Pierre Alechinsky, Mimmo Paladino. Forse proprio questi ultimi sono uno dei fiori all’occhiello della collezione di Armando, messi insieme grazie all’aiuto della moglie Ornella, non è un caso che al suo polso ci sia proprio uno dei mitici «Kiki Picasso», prodotti in soli 120 esemplari e donati a cantanti e star del mondo dello spettacolo. «Ho la produzione completa dei primi dieci anni della Swatch, naturalmente con gli Art – sorride – alcuni di questi esemplari arrivano dall’altra parte dell’Oceano. Li facevo acquistare da mia moglie che all’epoca viaggiava spesso negli Stati Uniti per studio e lavoro, costavano 50 dollari ed erano introvabili in Europa».

Come fossero opere d’arte gli Swatch sono custoditi nel caveau di una banca e alcuni esemplari particolarmente rari sono stimati diverse migliaia di euro, anche se il vero valore è rappresentato dalla collezione stessa. «Ci sono voluti anni e una grande fatica per riuscire a metterla insieme – racconta Ferrario – adesso con internet è tutto più facile, ma anche se il contatto avviene in rete lo stesso la verifica dell’orologio va fatta sul posto o comunque delegata a persone di fiducia. Ormai si è sviluppato un vero e proprio mercato di collezionisti, con fiere ed eventi ufficiali. Gli Swatch rimangono difficilissimi da copiare, per via degli stampi particolarmente sofisticati, ma qualche tentativo è stato fatto e di tarocchi, specie per le serie Swatch Puff (contraddistinti dal pelo che riveste cinturino e quadrante ndr.), anche se i risultato non sono in grado di ingannare gli occhi di un esperto».

di ROBERTO CANALI