Sempre meno abitanti che saranno sempre più anziani nei territori delle comunità montane. Lo prevedono i numeri, pubblicati nella dashboard sullo spopolamento realizzato da PoliS-Lombardia, che permette di visualizzare il fenomeno dello spopolamento nelle diverse Comunità montane, con previsioni demografiche per il prossimo decennio.
"Quando si parla di spopolamento di un territorio – si legge nell’introduzione curata da Elena Diceglie e Roberta Rossi – intuitivamente si fa riferimento, in primo luogo, ad un fenomeno di carattere demografico; tuttavia, la contrazione della popolazione residente è spesso il risultato di una serie di trasformazioni in atto, come la riduzione dell’offerta di servizi (si pensi ad esempio a piccoli comuni senza scuole o senza servizi sanitari basilari), o le scarse possibilità lavorative, dovuta alla carenza di attività economiche. Questo fenomeno circolare sta coinvolgendo parte del territorio lombardo, fra cui le aree montane della regione".
Le previsioni evidenziano in media un calo del 2,7% di popolazione nelle 23 aree delle Comunità montane nel 2023 rispetto al 2022, con un indice di vecchiaia che, nello stesso periodo, è in crescita: per il 2031 si prevede la presenza di 55 anziani in più ogni 100 giovani.
Tra le diverse comunità montane, solo per Alta Valtellina e Valtellina di Morbegno la popolazione dovrebbe restare numericamente stabile; per quanto riguarda l’indice di vecchiaia, solo per l’Oltrepo Pavese si prevede una riduzione (69 anziani in meno ogni 100 giovani). Le percentuali più elevate di riduzione della popolazione si prevedono per Scalve (Bergamo, -6,25% in 10 anni), Valle Brembana (-6,39%, sempre nella Bergamasca); è la Valle Seriana che vede invece la previsione di maggior invecchiamento, con 80 anziani in più ogni 100 giovani.
Entrando nel dettaglio dell’offerta del territorio (che è parte causa, parte conseguenza del calo di residenti), si rileva che negli ultimi anni c’è tutto sommato una tenuta dei servizi, per lo meno delle scuole; tra i dati peggiori, quello della Valle Camonica, dove il numero di scuole ogni 1.000 residenti è passato da 1,61 del 2014 a 1,52 del 2021. Meno brillante la vivacità economica, data dalla presenza di attività commerciali, imprese, addetti, che quasi ovunque registra un trend negativo. Prendendo, ad esempio, il numero di imprese ogni 100 residenti, in controtendenza ci sono l’Alta Valtellina e Scalve, dove tra il 2020 ed il 2009 c’è stato un leggero incremento di aziende.