SIMONA BALLATORE
Cronaca

Caos al concorso per presidi: pioggia di ricorsi al Tar anche in Lombardia. E ora si chiede il voto pure all’AI

Un centinaio di docenti si sta unendo in comitato per contestare gli scritti (con tracce estratte 48 ore prima). Oltre a periti e formatori hanno sottoposto i test e le griglie di valutazione a ChatGpt: ecco alcuni risultati

Concorso per presidi: pioggia di ricorsi anche in Lombardia

Concorso per presidi: pioggia di ricorsi anche in Lombardia

MIlano – Ricorsi in vista anche in Lombardia dopo il concorso per dirigenti scolastici, sospeso in Campania e al centro di interrogazioni parlamentari, tra criteri di valutazione contestati e anomalie. Una su tutte, l’estrazione delle tracce 48 ore prima della prova, senza testimoni: “Secondo le normative vigenti, è fondamentale che l’estrazione avvenga contestualmente alla prova per evitare qualsiasi forma di pregiudizio o favoritismo”, premettono i ricorsisti. Un centinaio di professori lombardi, oltre ad essersi affidati ad avvocati per ingaggiare cause collettive, si sta riunendo in un comitato nazionale. Dopo avere chiesto l’accesso agli atti per verificare gli errori, non solo hanno sottoposto il tutto a tecnici, periti e formatori, ma anche all’intelligenza artificiale, facendo valutare da ChatGpt - prove e griglie di valutazione alla mano - ogni singola domanda, dalla prima sulla “adeguata formazione in servizio per docenti” alla quinta sulla “costituzione di una rete di scuole”.

Il Giorno ha potuto esaminare nei dettagli due prove. La prima è di un candidato uscito dalla prima prova del concorso particolarmente soddisfatto. Si era subito rimesso a studiare per l’orale, poi la doccia fredda: ha preso 59 dalla commissione e 85 su 100 da ChatGpt. Un collega si è fermato a 47, per l’Ia era un 77. Stanno collezionando le diverse valutazioni - umane e artificiali - da aggiungere all’elenco delle criticità formali e sostanziali. “La Lombardia, dato il numero elevato di candidati, è l’unica regione ad avere avuto tre commissioni e la percentuale di ammessi alla prova orale varia notevolmente da commissione a commissione – sottolineano ancora i docenti esclusi –. Una di esse ha promosso solo il 30% dei candidati; l’altra il 45%, un’altra ben il 70%. Ci si chiede se le modalità di correzione siano davvero state eque, visti anche i tempi molto esigui nella correzione di alcune prove (5, 6, 7 minuti) da parte di alcune commissioni”.

Sotto la lente anche i verbali e la suppletiva del 26 gennaio, con candidati “civetta“ chiamati a garantire l’anonimato. Ma che, stando sempre ai ricorrenti, avrebbero consegnato il foglio in bianco, “rendendo riconoscibili le prove dei candidati reali”.

“Tutte queste anomalie saranno oggetto di attenzione da parte del Tar, che dovrà fare chiarezza su quanto emerso e che si sta già trasformando in un “caso” nazionale”, promettono i docenti lombardi mentre il Ministero “si riserva di assumere tutti i provvedimenti necessari e le iniziative opportune presso le sedi competenti al fine di garantire la correttezza e la trasparenza delle prove”. “ll Mim continuerà a vigilare attentamente nell’interesse della scuola italiana e dei partecipanti, che con sacrifici ed impegno sostengono le prove concorsuali”, si spiega in una nota. Entro una decina di giorni saranno depositati e formalizzati anche i “ricorsi lombardi“.