Milano, 11 gennaio 2020 - La decisione era stata comunicata a novembre all’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza, Lodi e Pavia. Poi il 23 dicembre è stata messa nero su bianco nella delibera della Giunta regionale: avanti con Trenord. E per altri 10 anni, fino al 2030, con un trasferimento di risorse pari ad almeno 355 milioni di euro l’anno, come si legge nell’allegato alla delibera.
Una maxi-proroga: il contratto di servizio ora in scadenza aveva durata quinquennale. Negli ultimi mesi, però, il Pd, i Lombardi Civici Europeisti e i comitati dei pendolari avevano chiesto alla Regione di battere la strada della gara pubblica anziché dell’affidamento diretto. A spiegare le ragioni per le quali si è deciso di continuare con Trenord è stato Attilio Fontana e poi l’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi. Il governatore ha spiegato come non ci siano all’orizzonte operatori capaci di gestire le 2.300 corse effettuate ogni giorno da Trenord. E la Terzi ha dichiarato che l’eventuale arrivo di un operatore straniero non è tra i desiderata della Regione. Meglio approfondire, allora.
Autonomia sì, ma non sui binari: la scelta di proseguire con Trenord segna la fine di ogni piano di separazione dalle Ferrovie dello Stato (FS), anch’esse socie di Trenord attraverso Trenitalia. La fine di ogni piano per la creazione di una nuova società a conduzione completamente lombarda. Fontana e Terzi hanno spiegato, infatti, che un’eventuale gara non avrebbe potuto vedere la partecipazione delle FS proprio perché socie di Trenord. Da qui uno dei motivi per cui, come detto da Fontana, non si vedono altri operatori capaci di gestire i treni lombardi. Non è finita, però. L’assessore ha spiegato che le FS ora non avranno più alibi perché otterranno quel "contratto lungo" che hanno sempre chiesto come condizione per fare investimenti significativi sul servizio. Conclusione: continuare con Trenord significa essere ancora più legati alle Fs.
Assodata la mancanza di operatori italiani, la gara potrebbe portare alla ribalta operatori stranieri. Uno scenario che la politica lombarda, e non solo, vuole evitare per tre motivi. Uno classico: gestire società e servizi significa gestire potere. Uno mediatico: in Regione c’è la convinzione che la messa sui binari dei nuovi treni porterà benefici al servizio e, quindi, all’immagine dell’esecutivo. Uno strategico: il trasporto locale è in una fase di ridisegno. FNM, attuale socia di Trenord e controllata dalla Regione, con ogni probabilità acquisterà la società Milano-Serravalle andando a creare una holding dei trasporti che unirà ferro e gomma e avrà un peso specifico decisamente superiore a quello delle singole società. Questo progetto non potrà non tentare approcci con l’altro grande piano allo studio nell’area di Milano e Monza: “MilanoNext“. È solo allora, solo una volta ampliato il raggio d’azione delle società del trasporto pubblico locale, che in Lombardia non si avrà più paura di gare che dal 2030, guarda caso, potrebbero diventare obbligatorie per legge comunitaria.