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Coronavirus in Lombardia, contagi in aumento: "No lockdown, tutelare salute ed economia"

Il presidente della Regione: "Parleremo con il governo". Il sindaco: "Giusta la prudenza, ma la vita deve andare avanti"

Coronavirus, test

Milano, 12 ottobre 2020 - Continua la battaglia contro il Coronavirus, ma la Regione Lombardia contrasterà, per vie ufficiali, ogni ipotesi di nuovo lockdown. Lo ha ribadito il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando all'assemblea di Assolombarda. "Dobbiamo cercare di convivere con questo virus e chiedere ai cittadini di attenersi a quei comportamenti che sono sufficienti per contenere la diffusione del virus", ha aggiunto. "Noi facciamo il possibile per spegnere i focolai e mantenere la sanità ordinaria". Un eventuale lockdown "lo contrasteremo, perché ho detto e ripetuto che il nostro Paese in questo momento non può permettersi un altro lockdown. Bisogna cercare di creare quelle condizioni che, come ha detto il Presidente della Repubblica, per tutelare la salute, ma per tutelare anche l'economia. Non si può fare diversamente", ha sottolineato. Infine, ha assicurato: "Oggi parleremo con il Governo, cercheremo di ottenere delle misure che non vadano a incidere sull'economia". 

Parere simile per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: "I contagi sono certamente alti, ma la situazione degli ospedali è molto sotto controllo. Sto parlando con alcuni esponenti di Governo e lo dirò anche oggi: non si puo' creare un antagonismo tra salute ed economia. "Per cui - ha aggiunto il primo cittadino - è giusta la prudenza, però è chiaro che dobbiamo fare in modo che la vita vada avanti. Soprattutto per le famiglie, questo e' il mio auspicio ed e' quello di cui sto discutendo con il Governo".

Ministro Speranza: "Stretta su feste private, orari e sport"

Intanto, al governo, si discute di potenziali misure che dovrebbero essere poi adottate nel prossimo Dpcm: è prevista per questo pomeriggio un'altra riunione del Comitato tecnico scientifico (Cts). Nel confronto di ieri sono emerse indicazioni sulla riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni, con un solo tampone di controllo in uscita, e sulla possibilità di far fare i tamponi anche ai medici di base e ai pediatri nell'ottica di una riduzione delle file ai drive in. Il Governo si prepara anche a "stringere le maglie", intervenendo "su quella parte della vita non essenziale delle persone". Il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato ieri sera a 'Che tempo che fa' su Rai3 ha detto: "Interverremo per evitare le feste private che in questo momento possiamo evitare e gli assembramenti, agiremo sugli orari e aumenteremo i controlli". Si sta pensando anche di inserire misure "legate a sport dove non è possibile usare le mascherine e mantenere il distanziamento", ha aggiunto. Non è previsto al momento un lockdown nazionale: "Va evitato", ha ribadito il ministro, mentre è nelle ipotesi che ci possano essere dei "lockdown mirati se ci dovessero essere situazioni di particolare difficoltà". Speranza ha ripetuto che "la chiave per provare a piegare la curva" dell'epidemia di Covid-19 "è il comportamento delle persone", dato che "il 75% dei contagi sta avvenendo nelle relazioni familiari o nelle relazioni strette personali".

Immunologo Mantovani: "Una partita di calcio, secondo tempo possiamo vincerlo"

Riflettendo sugli ultimi dati dei contagi, l'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano ( Milano) e docente di Humanitas University, intervenuto ad 'Agorà su Rai3, si è lasciato andare ad una metafora: "E' come una partita di calcio". E ha spiegato: "C'è stato un primo tempo in cui abbiamo sofferto molto. La primavera e l'estate sono state l'intervallo", durante il quale Sars-CoV-2 ha mollato un po' la presa "com'era prevedibile" sulla base del comportamento di "tutti coronavirus" e in generale di "tutti gli agenti infettivi respiratori. Adesso siamo entrati nel secondo tempo: se ci deconcentriamo, se perdiamo attenzione, se abbassiamo la guardia, rischiamo di perdere la partita" che invece "possiamo vincere". 

"Guardando ai ricoveri in questo momento la situazione da noi è tranquilla". E ancora: "Antonio Voza, responsabile della Medicina d'urgenza di Humanitas, dice che abbiamo 10 persone e nessuno in terapia intensiva o sub-intensiva. Antonio Pesenti, che guida la rete lombarda delle terapie intensive eil nostro Maurizio Cecconi primario di Rianimazione Humanitas, mi dicono che ci sono 44 persone in terapia intensiva (48 dall'ultimo bollettino diffuso ieri dalla Regione, ndr)". Poi, ha ricordato che le persone in terapia intensiva per Covid-19 "in Lombardia hanno oggi un'età media 10 anni inferiore a quella che avevamo nella tempesta di marzo, cioè intorno ai 60 anni. Ma la mortalità continua a rimanere alta". Grazie al "lavoro che abbiamo fatto e che continuiamo, facciamo diagnosi prima, curiamo prima e quindi meno persone arrivano in terapia intensiva. E comunque siamo pronti", ha assciurato Mantovani: "Come altre strutture abbiamo creato un Emergency Hospital proprio per essere preparati a fronteggiare un'eventuale nuova situazione critica".

Coronavirus, oltre i mille nuovi positivi in Lombardia

Per il secondo giorno consecutivo la Lombardia ha sfondato quota mille nuovi positivi. Anche ieri i nuovi casi hanno superato il migliaio: 1.032, in  calo rispetto a venerdì quando si sono registrarti 1.140 contagi ma con un maggior numero di tamponi. Ed è anche il rapporto tra tamponi e positivi a destare preoccupazione, oggi sono stati effettuati 15.590 tamponi, per una percentuale pari al 6,6%, in netta crescita rispetto a ieri (4,9%). Il totale dei tamponi effettuati dall'inizio dell'emergenza è di 2.318.988. Resta sempre Milano la provincia lombarda più colpita dall'emergenza Covid con 460 nuovi casi, di cui 211 a Milano città, numeri a tre cifre anche per Monza e Brianza: +143 nuovi casi in 24 ore e per Pavia: +109. Aumenti più contenuti nelle altre province: 72 nuovi casi a Brescia, 58 a Varese, 36 a Como, 35 a Cremona, 29 a Bergamo, 17 a Lodi, 13 a Lecco, 11 a Sondrio e 10 a Mantova.