
Una mamma in casa con i bambini durante l'emergenza coronavirus
Milano, 27 marzo 2020 - Bambini e isolamento forzato in tempo di coronavirus. Se "restare a casa" è difficile per un adulto, per i piccoli lo sforzo può essere doppio. Oppure no? Ne parliamo con il pedagogista e fondatore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, Daniele Novara.
Quali sono i problemi nella gestione dei figli a casa? "I problemi più seri si presentano con gli adolescenti, che soffrono di più il dover restare con gli adulti. I piccoli vogliono attirare l’attenzione dei grandi"
Cosa fare al chiuso? "I bambini hanno bisogno di essere attivi. Il genitore organizza, ma non diventa compagno di giochi. É la regia. E ogni giorno va organizzato. Magari si comincia con una canzone, poi si va avanti con giochi, preparazione del pranzo, i compiti, la tv (un’ora al giorno), le coccole. Ma bisogna mettere dei paletti: l’organizzazione, flessibile, permette ai bambini di ritrovarsi".
Quali giochi proporre? "Uno dei più interessanti è quello della casetta o della tana, spazio in cui i piccoli costruiscono un loro angolo di isolamento, con un telo sospeso, uno scatolone, dei cuscini. É un gioco molto gradito dai 3 anni ai 9. Per chi è più piccolo ci sono i ‘travasi’: noci o pasta grande spostati da un contenitore all’altro"
E la cucina? "È il momento clou. I bambini possono affiancare i grandi, assemblare cibi, rompere le uova, sbucciare quelle sode, impastare per la torta".
E i litigi tra fratelli? "Sono fisiologici. Io propongo il mio metodo “litigare bene”, cioè il genitore non deve cercare il colpevole né dare l’assoluzione: interviene invogliando i bambini a dirsi le reciproche ragioni, così si innesta la capacità di fare da soli"
Altre attività? "Riscopriamo i giochi da tavolo, basta abbuffate di videogiochi. É possibile fare anche giochi motori: fare canestro o abbattere birilli con una palla di gommapiuma. Ottimi nascondino, gioco della campana, usando lo scotch, o salto della corda. Consiglio la costruzione di libri: bastano fogli di carta da unire, dopo averli riempiti di storie".
Cosa pensa della didattica a distanza? "Se l’età è da asilo nido, leggere storie a distanza può servire a mantenere un legame con le maestre. Per la scuola dell’infanzia, lavorare coi disegni, le forbici e la colla va bene. Il capitolo più spinoso è con la scuola primaria: si passa da un estremo all’altro, con insegnanti che danno troppa libertà e altri che li incalzano con troppe attività. Non miniamo la serenità dei bambini in una situazione già difficile".
Come spiegare ai piccoli il coronavirus? "Dire la verità: è una malattia molto diffusa che possiamo prendere se non facciamo attenzione. Bisogna stare in casa proprio per questo. Come dire che fuori “c’è il lupo”. I bambini capiscono al volo".