
Emergenza coronavirus
Milano, 10 maggio 2020 - L'Italia verso la fine della prima settimana della Fase 2 con i dati migliori dall'inizio del periodo più drammatico dell'emergenza coronavirus. In attesa di sapere se le riaperture delle attività e la relativa libertà restituita ai cittadini fanno risalire i contagi, anche la disastrata Lombardia manda segnali incoraggianti. Dall'Istituto superiore di sanità (Iss) trapela che prima della fine del weekend non saranno disponibili numeri significativi sull'avvio della Fase 2. Domani o lunedì dovrebbe riunirsi il Comitato tecnico scientifico (Cts) per una prima verifica dei dati sui contagi dalle varie Regioni.
Nella regione vero vulcano in eruzione della pandemia in Italia i ricoverati in terapia intensiva sono ora 330, ben 70 meno del giorno prima. Migliorano anche i dati delle vittime - 85 in un giorno, in calo anche oggi sotto le 100 - e dei malati, scesi in 24 ore di 1.721 a causa di un accumulo di dati di vari giorni. La Lombardia registra però ancora 502 nuovi casi, quasi la metà di quelli nazionali. Dato che potrebbe pesare al momento delle riaperture differenziate del 18 maggio, visto che 7 regioni - Molise, Calabria, Valle d'Aosta, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Sardegna - e la Provincia autonoma di Trento non registrano vittime in 24 ore. E per la Sardegna è il settimo giorno di fila.
"Le nostre misure verso una 'nuova normalità sanitaria' prevedono una rafforzata attenzione sul territorio e ospedali in graduale trasformazione, ma senza mai abbassare la guardia", ha sottolineato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, evidenziando sul suo profilo Facebook come gli ultimi dati dell'emergenza coronavirus sul territorio lombardo evidenzino "un ulteriore, netto calo dei pazienti in terapia intensiva. Posti letto, questi, che avevamo raddoppiato nella fase acuta della grande emergenza, passando da poco più di 700 a oltre 1.800. Cala anche il numero dei ricoveri nei reparti di degenza".
La mappa del contagio a Milano
L'assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha informato di "un'animazione grafica realizzata da Ats Città Metropolitana di Milano", che "mostra la diffusione del coronavirus in questi mesi, suddivisa per aree (Cap) nelle province di Milano e Lodi". E l'ha postata sul suo profilo Facebook.
Lombardia, mobilità salita del 15% in una settimana
Secono i dati elaborati dallo staff di Fabrizio Sala, vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione delle imprese, i movimenti di sabato in Lombardia mostrano un aumento del 15% della mobilità rispetto al sabato precedente, prima delle riaperture. Nel capoluogo lombardo il dato di ieri, sabato 9 maggio, è di 10 punti sopra la media del sabato precedente. La percentuale di spostamenti in città è quindi cresciuta. Sempre ieri, in provincia di Milano, gli spostamenti sono aumentati in alcune fasce orarie, soprattutto nel pomeriggio, dalle 15 alle 18.
I paesi Covid-free della Lombardia
Zero contagi, sinora, per i piccoli borghi lombardi. Il più grande qualche migliaio di abitanti, il più piccolo meno di cinquanta. Sono in tutto 186 i piccoli e piccolissimi centri che sono rimasti fuori dal disastro. Hanno subìto come gli altri il dramma del lockdown. Hanno sofferto, perdendo magari il conforto dell’unico bar-ristorante, come Maccastorna, nella Bassa Lodigiana, che nella provincia della prima Zona Rossa d’Italia, era e resta il Comune più piccolo. Ma in quel territorio martoriato sono tante le realtà dove il virus non ha attecchito: Cornovecchio, a due passi da Maleo e Castiglione d’Adda, uno dei territori più colpiti. Stessa storia anche nel Pavese, dove l’Oltrepò con i suoi tornanti e le sue vigne, come la Lomellina di campi e risaie, contano decine di piccolissime realtà senza malati di coronavirus. Da Calvignasco a Brallo, da Codevilla a Bosnasco e Cecima. Sarà forse necessario uno studio approfondito, dopo la fine della crisi, per comprendere come questa anomalia sia stata possibile in questi centri e non in altri, altrettanto piccoli, che sono stati letteralmente devastati.
Ristoranti, ecco come cambia la cena in Lombardia
Sono più di 50mila gli esercizi lombardi della ristorazione. Tutti fermi da due mesi, salvo una parziale ripresa per chi ha attivato delivery (consegna a casa) e take away (asporto), ammessi dal 4 maggio con l’inizio della Fase 2. L’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus ha paralizzato commercio, turismo e servizi. Secondo Fipe-Confcommercio (la Federazione italiana dei pubblici esercizi), ogni settimana di chiusura causa a in Italia una perdita di 1 miliardo e 700 milioni. Federalberghi stima che nel 2020 il fatturato del comparto ricettivo subirà una perdita di quasi 17 miliardi di euro (‐71,4%) a livello nazionale. A diffondere le previsioni è Confcommercio Lombardia: quest’anno - secondo l’associazione di categoria - le attività al dettaglio in Lombardia perderanno 8,2 miliardi, il 40%
I dati delle province
I positivi al coronavirus nella provincia di Milano salgono a 21.272 con + 178 nuovi casi, in diminuzione rispetto a venerdì quando i nuovi contagi erano stati 201. A Milano città i contagiati sono 8.965 con 98 casi in più: dato di poco inferiore rispetto a quanto comunicato il giorno prima quando si erano registrati 101 nuovi casi. Ecco invece i contagi di coronavirus registrati nelle altre province della Lombardia nelle ultime 24 ore. A Bergamo in totale si sono avuti 11.717 casi (+46); Brescia 13.506 (+46); a Como 3.480 (+10); a Cremona 6.242 (+23); a Lecco 2.482 (+34); Lodi 3.264 (+42); Monza Brianza 5046 (+31); Mantova 3.250 (+13)); Pavia 4.742 (+38); Sondrio 1.280 (+4); a Varese infine 3.164 (+16).