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Coronavirus Lombardia, calano i contagi ma aumentano i decessi: 38 nuovi casi e 8 morti

Gli unici decessi registrati oggi in tutta Italia sono concentrati in Lombardia. Resta invariato il numero di pazienti in terapia intensiva. Nessun nuovo caso a Lecco e Pavia

Coronavirus

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Milano, 2 agosto 2020 - Sono tutte lombarde le 8 vittime del coronavirus registate oggi in Italia. Un triste primato che fa salire i decessi per Covid in regione a 16.815 dall'inizio dell'emergenza. Cala invece il numero di nuovi positivi registrati in Lombardia nelle ultime 24 ore. I nuovi casi di coronavirus sono 38 (di cui 6 'debolmente positivi' e 4 a seguito di test sierologici), mentre ieri erano +55. Cresce anche il numero di persone guarite e dimesse: +164, per un totale pari a 73.676 (72.209 guariti e 1.467 dimessi). Mentre i tamponi effettuati sono stati 7.712, per un totale complessivo di 1.316.219 dall'inizio dell'emergenza covid in regione. In terapia intensiva si trovano ancora ricoverati 9 pazienti (il numero è invariato rispetto a ieri), mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono diminuiti di 5 unità, arrivando a quota 153.

dati del 2 agosto 2020
dati del 2 agosto 2020

I dati delle province

Sul fronte delle province situazione ancora a macchia di leoparto in regione, con Milano che registra il maggior numero di nuovi casi a livello provinciale: in tutto sono 10, di cui 5 nel capoluogo meneghino. A Bergamo oggi si registrano 9 nuovi positivi, a Brescia e Cremona 4 nuovi casi, a Como, Lodi, Monza, Sondrio e Varese un solo caso. Tre casi a Mantova, mentre Lecco e Pavia sono a zero contagi.

Galli: proroga obbligo mascherina ha senso

In relazione all'ipotesi di una nuova proroga dell'uso della mascherina dopo Ferragosto, interviene Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano e past president della Società italiana di Malattie Infettive (Simit): "Trovo che la proroga abbia assolutamente senso in questo momento tenendo conto dei numeri", considerata anche la presenza di focolai e che di possibili immissioni dall'estero "ce ne possono essere anche se ribadisco che il grosso del virus che circola in Italia, circola partendo dall'Italia". 

Coronavirus, il medico di base prenoterà il tampone

Il medico di base che prenota direttamente il tampone al suo assistito, sospetto contagiato dal coronavirus o “contatto stretto“, nell’ambulatorio disponibile più vicino a lui e nel momento stesso in cui inserisce i suoi dati nello sMAINF, il "cruscotto" condiviso di sorveglianza pandemica al quale i mutualisti già devono segnalare i possibili casi Covid, ma limitandosi a richiedere l’esame molecolare per la diagnosi. La svolta del tampone a prenotazione diretta e georeferenziata potrebbe diventare realtà a breve: a quanto risulta al Giorno è un’ipotesi al vaglio per il piano di sorveglianza territoriale che la Regione si prepara a portare in Giunta mercoledì, dopo settimane di incontri serrati, e ancora in corso, col comitato tecnico-scientifico, le Ats e le Asst ma anche gli Ordini dei medici e degli infermieri, i sindacati e l’Anci per i sindaci, dai quali la Direzione Welfare sta raccogliendo le ultime proposte e osservazioni. Questo piano "territorio", che si combina a quello degli ospedali licenziato a giugno, dovrebbe andare a regime a settembre, integrandosi con la campagna di vaccinazione antinfluenzale: così la Lombardia si prepara ad affrontare una possibile seconda ondata e un sicuro autunno di convivenza col coronavirus, armandosi per stanare sul nascere nuovi focolai

Mascherine: no all'uso "creativo"

L’attenzione alla mascherina, dice  virologo Fabrizio Pregliasco, è uno di quei "comportamenti corretti" che, insieme "alla capacità di individuare i focolai", possono proteggerci da una seconda ondata pandemica che "dev’essere il modello al quale preparaci", dato che "finita la crescita esponenziale, il virus adesso ha un andamento endemico". E il rischio di un nuovo lockdown "incombe", osserva lo scienziato, pur dicendosi "ottimista ma prudente" circa questa possibilità. Per scongiurarla, "come cittadini dobbiamo collaborare e rispettare le misure. Anche se in molti c’è la speranza che sia finito tutto, dobbiamo mettere in conto che il virus sarà tra noi ancora a lungo. La risalita dei casi non è automatica ma sicuramente il rischio aumenta e deve far rafforzare un’attenzione a tutto il resto delle azioni complementari". Come, appunto, portare la mascherina. Ma bene.