GIULIA BONEZZI
Cronaca

Coronavirus in Lombardia, la Regione: ora superquarantena

L'assessore Gallera: pochi 14 giorni, l’isolamento sale a 28. A Milano boom di positivi

La mappa del contagio in Lombardia

Milano, 12 aprile 2020 - Dovranno rimanere in quarantena almeno fino al tre maggio i lombardi già convalescenti da un sospetto Covid mai certificato da un tampone. La Regione, ha anticipato ieri l’assessore al Welfare Giulio Gallera, sta aggiornando le linee guida impartite il 23 marzo ai medici di base, che impongono loro di considerare i loro assistiti con sindromi simil-influenzali come potenziali contagiati dal coronavirus.

A differenza dei positivi conclamati (che possono interrompere l’isolamento domiciliare solo dopo un doppio tampone negativo a distanza di ventiquattr’ore), i sospetti sinora dovevano essere “liberati“ dal dottore dopo 14 giorni senza sintomi. "Ma è un’indicazione riferita all’incubazione del virus, e stiamo vedendo molte positivi che dopo 14 giorni di clinica silente sono ancora contagiosi", ha spiegato l’assessore, aggiungendo che l’idea è portare la quarantena a 28 giorni, anche se "cercheremo di aumentare il numero dei tamponi, con i kit per i test sierologici basati non su una goccia di sangue ma su un prelievo contiamo di dare una risposta più certa alla maggior parte delle persone che sono a casa". Prove tecniche di dopo lockdown: "Stiamo guardando al futuro", spiega Gallera di ritorno da Bergamo dove ha visitato anche i "Covid Hotel" che dal 18 marzo hanno accolto 249 persone in uscita dagli ospedali (125 al Winter Garden, 62 su 90 posti al Cristallo Palace e 62 su 100 al Bes Hotel); da martedì si aggiungerà La Muratella e i complessivi 381 posti inizieranno a ospitare anche malati in arrivo da casa, dove non hanno le condizioni strutturali o di salute per rimanere. Ma "non è assolutamente finita, i dati non ci consentono di rilassarci", avverte l’assessore commentando il quadro di una Lombardia in cui il contagio rallenta ma non rapidamente come si vorrebbe. E così i morti: ieri altri 273, il totale è 10.511 contando solo persone che avevano fatto il tampone.

I positivi conclamati  a ieri, erano 57.592, in aumento di 1.544, trecento più del giorno prima ma a fronte di 600 tamponi in più (9.997 nuovi; 196.302 il totale dall’inizio dell’emergenza). Negli ospedali i ricoverati in reparto (12.026 in totale, +149 da venerdì) da qualche giorno sono tornati ad aumentare, mentre quelli gravi in terapia intensiva (-28 a 1.174) continuano a diminuire: "Il virus sta ancora girando - spiega l’assessore -, ma è possibile che abbia minor forza quando non trova molte persone tra le quali diffondersi: mantenere rarefatta la vita sociale, la mascherina e le distanze ci aiuterà a controllarlo". Nelle province l’andamento del contagio sulle 24 ore è stabile a Bergamo (+107 a 10.258 infettati), Brescia (+230 a 10.599) e Cremona (+98 a 4.658); in calo a Lecco (+22 a 1.860), Mantova (+56 a 2.411) e Varese (+44 a 1.633); in aumento leggero a Como (+139 a 1.825), Pavia (+86 a 3.049), Sondrio (+23 a 684) e Lodi (+53 a 2.472), e in raddoppio in Brianza (+151 a 3.575), nel Milanese (+520 a 13.268 positivi, era +269 venerdì) e nella metropoli (+262 a 5.368 contagiati). "Ai milanesi soprattutto" l’assessore rimarca come quest’altalena di velocità del virus rappresenti "un trend migliore della scorsa settimana ma non ancora una netta e decisa riduzione dei contagi. A Pasqua, e negli altri ponti che ci separano dal 3 maggio, dobbiamo rimanere in casa".