Milano, 16 aprile 2020 - La Lombardia "ha vissuto una tragedia senza pari". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel suo intervento in apertura del Consiglio regionale sull’emergenza coronavirus. E da questo "dobbiamo trarre un insegnamento, noi dobbiamo investire di più nella sanità, non possiamo più accettare passivamente che tagli continui vengano portati alla sanità".
Poi, ancora: "Dobbiamo intervenire per ottenere una maggiore disponibilità. I primi investimenti vanno fatti sul personale: da tempo dicevamo che volevamo assumere più infermieri, ma una sciagurata legge nazionale ci imponeva di ridurre la somma destinata al personale, riducendo di conseguenza quindi il personale. Se avessimo avuto il personale che abbiamo oggi, forse non avremmo stressato al massimo la situazione dei nostri medici e infermieri". Per esempio, bisogna "stabilizzare 2.500 medici e infermieri che hanno dato la disponibilità a collaborare in questo momento di emergenza" e per ora sono stati assunti a tempo determinato. Faremo di tutto e stiamo ottenendo di poter rendere questi rapporti lavorativi a tempo indeterminato", ha detto il governatore, parlando di "80 milioni" messi a disposizione dalla Regione per una "gratifica " al personale sanitario.
Fontana ha anche ricordato i tre ospedali realizzati nelle ultime settimane, "quello della Fiera di Milano, quello di Crema e quello di Bergamo". "Prendendo spunto da questa nostra programmazione - ha aggiunto il governatore - si stanno muovendo anche altri. Il governatore Bonaccini ha deciso di realizzare 143 letti di rianimazione per incrementare la risposta che in Italia in genere e' molto deficitaria. Il numero di camere di rianimazione, rispetto a quelle tedesche, e' di gran lunga inferiore". Inoltre Fontana ha detto di aver dato la "garanzia" al ministro della Salute, Roberto Speranza, "che il nostro, nel caso di non utilizzo, e' a disposizione del resto del Paese e speriamo che non debba essere utilizzato".
Sul come fare concretamente per ripartire "studieremo insieme, domani è stato convocato il primo tavolo per la competitività allargato". "Abbiamo inviato i capigruppo - ha spiegato - è necessario che si inizi a ragionare a quali condizioni ripartire e quali sono le limitazioni chedovremo porre sia da un punto di vista sanitario che organizzativo del lavoro". "Ad esempio - ha osservato il governatore della Lombardia - il lavoro potrebbe essere scaglionato su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio differenziati per evitare un uso eccessivo dei mezzi nelle stesse ore. Ci sono tante proposte che abbiamo iniziato a esaminare e che gli scienziati e i tecnici che sederanno con noi domani proporranno". Quindi ha ha proseguito: "Credo che si debba andare veloci, abbiamo fatto un primo incontro che aveva solo valenza metodologica ma domani si entrerà nel merito e si inizieranno ad affrontare i problemi. In ogni caso noi dobbiamo cercare di far ripartire la vita sempre nel rispetto della garanzia delle condizioni sanitarie dei nostri cittadini".
Riguardo i test sierologici, Fontana ha assicurato: "Appena ci saranno a disposizione dei test che siano validati non aspetteremo a metterli a disposizione". E ha fatto sapere che quando la validazione del primo test che ha "superato»"le prove al San Matteo di Pavia - l'ospedale a cui la Regione ha affidato la valutazione dei 'kit' - "sarà ufficiale, noi ne abbiamo già acquistato quantità importanti e immediatamente lo utilizzeremo per lo screening della popolazione". "Ma non lasciamo prenderci da facili entusiasmi perché spesso queste scelte risultato scriteriate. Anzi cerchiamo di dissuadere chi si lascia abbindolare da qualche venditore svelto e un pò furbetto", ha avvertito il governatore.
A proposito del dramma degli anziani morti nelle case di riposo lombarde "non ho nulla contro le polemiche come non ho nulla le indagini. Forse le polemiche sono state intempestive, si poteva aspettare di risolvere il problema". "Sul problema legato alle Rsa e al Pat - ha concluso Fontana - abbiamo nominato due commissioni che ci diranno se effettivamente qualche comportamento omissivo è stato compiuto dai gestori delle Rsa, che nel 90% appartengono al privato e in una piccola percentuale sono miste".
Fontana: "Noi fughe in avanti? No alle polemiche"
"Per giorni ci hanno raccontato, anche dal governo, che la Lombardia doveva fare di più e da sola. Ora, dopo che la Regione ha lanciato una proposta per riaprire le attività con attenzione e buonsenso, da Roma parlano addirittura di fughe in avanti. Non inseguiamo le polemiche ma badiamo alla sostanza: molti altri Paesi europei sono gia' ripartiti, e' necessario ragionare subito del nostro futuro. #ForzaLombardia". Lo ha scritto su Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana commentando le polemiche nate dopo la sua richiesta avanzata ieri al governo, di un piano di rilancio e aperture graduali dopo il 4 maggio.
Coronavirus, contagi in costante calo
Nell’ottavo mercoledì dalla deflagrazione del virus che ha ridisegnato i confini del mondo, la Lombardia è scesa sotto la soglia psicologica dei mille nuovi contagiati. Certificata, dopo il rallentamento pasquale dell’attività dei laboratori che hanno macinato sinora 221.968 tamponi molecolari, da un’infornata di 7.098 nuovi test. I positivi al coronavirus ieri erano 62.153 in Lombardia, in aumento di 827 rispetto a martedì. Un incremento a tre cifre non si vedeva da settimane, mentre i numeri che misurano l’impatto dell’epidemia sugli ospedali confermano d’aver imboccato la china, con 48 ricoverati in meno nelle terapie intensive (ieri erano 1.073) e ieri anche 34 in meno nei reparti, che avevano 12.043 malati di Covid19 in cura. E mentre continua a calare troppo lentamente anche il numero dei morti con un tampone positivo, altri 235 che portano a 11.142 la conta delle vittime dell’epidemia. I malati fuori dagli ospedali sono 37.659; di loro 19.804 non hanno mai messo piede neanche in pronto soccorso.
I dati delle province
Il contagio nelle province è stazionario a Bergamo (+46 positivi a 10.472), a Lodi (+18 a 2.587) e a Pavia (+70 a 3.316); rallenta a Como (+48 a 2.154), a Varese (+71 a 1.884), in Brianza (+57 a 3.878), a Mantova (+24 a 2.655) e frena molto a Sondrio (+10 a 859), Lecco (+12 a 1.982), Cremona (+30 a 5.202, negli ultimi due giorni i nuovi infettati erano superiori a 200). Brescia, dopo il +35 di martedì, torna a crescere di 94 contagiati (11.187 in tutto), e Milano di 325 nella provincia (14.675 casi totali) e 144 nella città, che arriva a 6.058 positivi, raddoppiando la velocità rispetto alla tregua del giorno prima. Ma la frenata c’è, e "in tutte le province", ha speigato Danilo Cereda.