ARNALDO LIGUORI
Cronaca

Cos’è il 41-bis, il carcere duro contestato da Cospito e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo

Come funziona la norma penitenziaria nata per limitare la pericolosità dei mafiosi ma più volte equiparata alla tortura

Una sezione carceraria deputata al regime del 41-bis

Il tema del regime carcerario imposto dal 41-bis è tornato al centro del dibattito pubblico a seguito dello sciopero della fame portato avanti per oltre sei mesi dall’anarchico Alfredo Cospito. Il 19 aprile, l’ideologo ha annunciato ufficialmente la fine dello sciopero della fame, però ha detto che continuerà a lottare contro il regime carcerario a cui è sottoposto e che ha definito a più riprese “una barbarie”.

Cos’è il 41-bis

Il 41-bis è una norma dell’ordinamento penitenziario italiano. Stabilisce che il ministro della Giustizia possa applicare ai detenuti condannati per i reati più gravi un regime di carcerazione particolarmente afflittivo. Tra questi reati ci sono associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e terrorismo.

Come funziona il 41-bis

Come tutti i detenuti sottoposti al 41 bis, Cospito ha diritto a due ore d’aria al giorno, a un colloquio al mese con i familiari della durata di un’ora e ha diritto a una sola telefonata al mese della durata di dieci minuti, che viene registrata (ma solo in sostituzione del colloquio personale e in ogni caso dopo i primi sei mesi). Inoltre, ogni corrispondenza che riceve è controllata e gli elementi che possono essere ricevuti dall'esterno (che siano somme, beni o oggetti) sono limitati se non nulli.

Quante persone sono al 41-bis

Nel 2021, in Italia, erano 748 i detenuti sottoposti al 41-bis (13 loro sono donne). Quasi tutti scontano pene molto lunghe: sono 298 i condannati all’ergastolo (di cui 209 con sentenza definitiva) su un totale di persone con ergastolo di poco inferiori alle 1.800 persone.

Ci sono poi delle distinzioni anche tra le persone sottoposti al carcere duro. All’interno delle sezioni deputate al 41-bis i detenuti sono suddivisi per livello di pericolosità. I vertici delle mafie italiane sono rinchiusi in 14 speciali “aree riservate”, localizzate in sette diversi istituti penitenziari, dove l’isolamento è particolarmente accentuato.

Qual è lo scopo del 41-bis

La ratio di questa norma è legata ad una pericolosità sociale attuale del detenuto in questione e ha lo scopo di impedire qualsiasi tipo di comunicazione. Quello che si valuta, il vero nocciolo della questione, non è quanto grave o atroce sia il reato commesso da un condannato, ma quanto egli sia in grado di rappresentare una minaccia per l’ordine pubblico anche in carcere.

Anche in questi casi, tuttavia, sono moltissimi i giuristi e filosofi che da anni si oppongono a questo regime carcerario. In più occasioni, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per l’applicazione del 41-bis, equiparandola alla tortura e in contrasto con la norma della Convenzione dei diritti dell’uomo che prevede che “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti disumani o degradanti”.