Milano, 21 gennaio 2021 - Slitta a lunedì la decisione del Tar sulla zona rossa in Lombardia, dopo il ricorso presentato dal governatore Fontana che ha anche chiesto al governo di rivedere i parametri di riferimento. Con un decreto firmato oggi, i giudici di via Flaminia spiegano che "risulta opportuna l'acquisizione del Report fase 2 contenente i dati relativi alla settimana 11-17 gennaio 2021" che saranno pubblicati domani, venerdì 22 gennaio 2021. Ma la decisione della Regione Lombardia di ricorrere al Tar per alleggerire le misure anti contagio fa discutere. Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, tuona: "La Regione Lombardia non è in una bolla, se sbagliano c'è un impatto su tutto il Paese. Trovo inconcepibile che una decisione basata su evidenze scientifiche venga appellata ad un organo tecnico-amministrativo". Intanto, in attesa degli ulteriori dati chiesti dal Tar e che saranno pubblicati domani, i riflettori sono puntati sui numeri odierni, che registrano 2.234 nuovi casi, di cui 119 debolmente positivi, con 37.713 tamponi (ieri 1.876 nuovi casi a fronte di 38.595 tamponi). Calano invece i morti: 55 contro i 66 di ieri, che portano il totale a 26.460 vittime da inizio pandemia. Il rapporto tamponi/positivi cresce di oltre due punti in tre giorni: oggi è al 5,9%, contro il 4,8% di ieri e il 3,3% di martedì. Sul fronte ospedali si allenta la pressione nelle terapie intensive, dove oggi si registrano 17 ricoverati in meno, per un totale di 411 posti letto occupati, mentre negli altri reparti si registrano 6 posti letto in meno per un totale di 3.644. I guariti/dimessi sono 2.822, il cui totale da inizio crisi sale a 440.880, di cui 3.516 dimessi e 437.364 guariti. Il tasso di positività (rapporto tamponi e casi emersi) oggi si attesta al 5,9%.
Bollettino Covid Italia 21 gennaio / PDF
Sono 14.078 i contagi da coronavirus in Italia oggi, a fronte di 267.567 tamponi, mentre le vittime nelle ultime 24 ore sono 521, che portano il totale a 84.202 dall'inizio dell'emergenza legata all'epidemia di Covid-19. È ancora la Lombardia la regione con il più alto numero di nuovi casi di Covid in Italia: 2.234 nelle ultime 24 ore. Altre sei regioni superano i mille casi in un giorno: Emilia Romagna (1.320), Lazio (1.303), Puglia (1.275), Sicilia (1.230), Campania (1.215) e Veneto (1.003)
Covid: i dati in Lombardia
Per quanto riguarda le province Lombarde, Milano resta sempre la più colpita con 544 casi nelle ultime 24 ore, di cui 248 a Milano città, 436 a Brescia, 223 a Varese, 202 a Como, 132 a Mantova, 123 a Pavia, 106 a Bergamo, 102 a Lecco, 83 a Cremona, 62 a Lodi e 60 a Sondrio.
Le Regioni / Emilia-Romagna
Sono 1.320 le persone risultate positive al Covid nelle ultime 24 ore in Emilia-Romagna, a seguito di 21.949 tamponi eseguiti. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 6%. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 218 (-12 rispetto a ieri), 2.456 quelli negli altri reparti Covid (-34). Si registrano 73 decessi tra ieri e oggi, oltre 9 mila dall'inizio della pandemia. Intanto prosegue la campagna vaccinale anti- Covid: ad oggi sono state somministrate complessivamente 123.265 dosi.
Veneto
Il Veneto registra 1.003 contagi Covid nelle ultime 24 ore e 108 decessi. Lo riferisce il bollettino della Regione. Gli infetti da inizio epidemia raggiungono quota 302.489, i morti sono 8.364. Continua a scendere la pressione sugli ospedali: i pazienti Covid ricoverati in area non critica sono 2.465 (-95), quelli nelle terapie intensive 333 (-5)
Puglia
Nelle ultime 24 ore in Puglia ci sono stati 26 decessi per Covid-19, mentre con 11.524 test eseguiti sono stati registrati 1.275 casi positivi (con una incidenza dell'11,06%).
Toscana
In Toscana oggi si registrano 503 nuovi casi di Coronavirus, su 10.115 tamponi molecolari, 14 decessi e 468 guarigioni. Oggi vengono registrati anche 4.653 tamponi antigenici rapidi e un tasso di positività sui nuovi casi testati del 9%. Prosegue la tendenza discendente dei ricoverati in ospedale: nelle aree Covid sono complessivamente 775 i pazienti in cura (-34 rispetto a ieri), di cui 116 in terapia intensiva.
Umbria
Altri nove morti per Covid in Umbria nell'ultimo giorno, 723 dall'inizio della pandemia, secondo quanto riporta il sito della Regione. I nuovi positivi accertati sono stati 286, e i guariti 161, mentre gli attualmente positivi sono ora 4.721, 116 più di ieri. Nell'ultimo giorno sono stati analizzati 3.332 tamponi, con un tasso di positività in crescita all'8,5% rispetto al 7,7 di ieri. I ricoverati in ospedale sono 332, tre in più di ieri, mentre rimane stabile a 46 il dato di quelli nelle terapie intensive.
Liguria
Ci sono ancora 14 morti per covid in Liguria, registrati nelle ultime 24 ore, ma di questi 5 risalgono al novembre scorso, uno a ottobre, uno a giugno e uno a maggio del 2020. Complessivamente le vittime da inizio pandemia sono 3.183. Mentre sono 243 i nuovi positivi al coronavirus in Liguria su un totale di 3.923 tamponi molecolari e 3.050 tamponi antigenici rapidi processati.
Marche
Nelle Marche i casi positivi complessivamente diagnosticati nelle ultime 24 ore sono stati 500, complessivamente 51.544 dall'inizio della crisi. Dopo due giorni consecutivi di crescita, è diminuito il numero di coloro che sono in isolamento volontario nella propria abitazione, ora 15.861 (-146); tra questi, i soggetti sintomatici sono 4.634 (-45), con 744 (-5) operatori sanitari in quarantena. Dall'inizio dell'epidemia i marchigiani che hanno trascorso volontariamente in casa il periodo di isolamento sono diventati 167.842.
Friuli Venezia Giulia
Con 6.950 tamponi molecolari ieri in Friuli Venezia Giulia sono stati rilevati 265 nuovi contagi, con una percentuale di positività del 3,81%. I morti registrati sono 15, ai quali si aggiungono tre morti pregresse afferenti al periodo tra il 14 e il 15 gennaio 2021. Restano stabili i ricoveri nelle terapie intensive (63), mentre quelli in altri reparti sono 691.
Ue: entro l'estate vaccinato il 70%
La Commissione Europea fissa gli obiettivi della campagna di vaccinazione anti covid nella comunicazione adottata oggi dal collegio dei commissari: gli Stati membri devono accelerare con la somministrazione delle dosi. Entro l'estate del 2021, dovrebbero aver vaccinato "il 70% dell'intera popolazione adulta" e già entro marzo "almeno l'80% degli ultraottantenni e l'80% dei lavoratori della sanità" dovrebbero aver ricevuto il vaccino. Il target appare "realistico", secondo fonti parlamentari, alla luce del prossimo arrivo di altri vaccini sul mercato Ue: oltre a quelli di Pfizer/BionTech e Moderna, a fine mese è attesa l'autorizzazione per il vaccino Astrazeneca, mentre quello di Janssen (J&J) dovrebbe seguire in febbraio.
Arcuri: importante avere presto un siero italiano
È sempre più critico contro le multinazionali dei farmaci il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, nel fare il punto settimanale sulle attività di contenimento e contrasto all’epidemia. Il nodo resta quello della frenata sulle forniture: “Se la vaccinazione fosse continuata ai ritmi con i quali era iniziata, la profilassi degli over 80 sarebbe già iniziata dappertutto. Purtroppo, e questo non era possibile prevederlo, ci siamo trovati di fronte ad una minore disponibilità di dosi e questo ha prodotto dei rallentamenti su chi non aveva ancora iniziato”. Di qui la tesi: “L’Italia ha dimostrato di essere capace di vaccinare in tempi assolutamente soddisfacenti e quindi non ho dubbi che qualora i nostri territori avranno le dosi di vaccino che ci aspettiamo questo possa continuare”. Ulteriori speranze arrivano dalle case produttrici che non hanno vinto la prima fase della corsa al vaccino. “Prevediamo una consegna di 8 milioni di dosi Astrazeneca nel primo trimestre di quest’anno. Ci dicono che l’azienda ha già iniziato a infialare”. Grandi speranze, e un mutamento copernicano di propstettive, potrebbero arrivare anche dal prodotto made in Italy: “Sarà molto importante se con Reithera l’Italia avrà un vaccino domestico, e se ce l’avrà presto. Faccio ogni cosa affinché questo possa accadere”. Quanto alle priorità tra i soggetti da sottoporre alla campagna “in questo momento - ha detto - è previsto che detenuti e personale carcerario possano completare la vaccinazione in un momento successivo a chi ha più di 80 anni”.
Galli: contrario a vaccinare chi ha avuto il virus
Si è detto contrario a vaccinare le persone che hanno già fatto l'infezione, il primario del Sacco Massimo Galli, ospite questa sera della trasmissione Iceberg su Telelombardia. "Non abbiamo uno straccio di dato che ci dica né che è necessario né che è opportuno in questo momento. Le avrei messe tranquillamente in coda. Chi ha fatto la malattia e si è vaccinato ha avuto effetti collaterali (febbre, ingrossamento di linfonodi) che gli altri nella stragrande maggioranza non hanno avuto". In merito alla gestione della campagna vaccinale in Gran Bretagna Galli è stato molto critico: "Che non passi l'idea di fare una sola dose anche in Italia, come accaduto in Inghilterra, perché questa secondo me è una grossissima sciocchezza. Si rischia di non proteggere abbastanza e nelle situazioni non abbastanza protette il virus ci sguazza".
Pfizer in ritardo: richiami a rischio
Allarme in Lombardia per i ritardi nella consegna dei vaccini anti-Covid: tra questa settimana e la prossima, arriveranno 45mila dosi in meno rispetto a quanto era stato preventivato. Attualmente due ospedali lombardi, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e gli Spedali Civili di Brescia, sono rimasti senza siero. Ma ne riceveranno da altri ospedali. Quello che accadrà in termini di rifornimenti dalla fine del mese in avanti non è ancora chiaro. Da Palazzo Lombardia sottolineano, però, che al momento, tra i vaccinati lombardi, non c’è chi abbia necessità della dose di richiamo: la tanto discussa scelta di avviare la campagna di vaccinazione “solo“ il 4 gennaio, a fronte della partenza anticipata decisa da altre Regioni, ora si sta rivelando provvidenziale, se è vero che tra la prima e la seconda inoculazione devono trascorrere 21 giorni. I richiami partiranno, quindi, dal 25 gennaio. Attenzione, però: i ritardi nelle consegne hanno costretto la Regione a cambiare il calendario delle vaccinazioni. La fine della prima fase della campagna slitta, così, dal 28 febbraio all’11 marzo con la conseguenza che ottantenni e malatri cronici dovranno attendere più del previsto.
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