Milano - "Il Covid non è finito, ci saranno onde di risalite, tra un mese, per Natale, insieme ad una massiccia dose di influenza e ad infezioni respiratorie". A lanciare il monito, a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il presidente Anpas Fabrizio Pregliasco. "Le nuove varianti, Cerberus e Centaurus, stanno emergendo sempre di più, schivano le protezioni - ha spiegato il virologo - per questo mi aspetto una risalita dei contagi tra qualche settimana". Già in occasione del ponte dell'Immacolata? "Quello aiuterà certamente la diffusione". Del resto quelle in arrivo -salvo cambiamenti nelle regole da parte del governo - saranno le prime feste nel segno della "normalità" e senza particolari restrizioni dopo il Natale 2020 - quello del valzer delle zone di colore - e quello dell'anno scorso (segnato dall'impennata di contagi Omicron). A rischio sono anche coloro che hanno fatto tre dosi più il Covid? "In ogni caso dopo sei mesi dall'ultima dose io farei un richiamo del vaccino. Non chiamiamola quarta dose".
A Pregliasco ha replicato a stretto giro Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: "Questo non è il momento di terrorizzare la gente. Dire che chi ha fatto tre dosi di vaccino è a rischio di fare la malattia vista nel 2020 e 2021 è sbagliato e io non mi sento di affermarlo. Dire che il ponte dell'Immacolata, le feste, il Natale, porteranno ad un rialzo dei contagi e metteranno la popolazione a rischio di avere forme gravi è un messaggio che io non darei. Facciamo meno allarmismo che non aiuta, anzi fa più danni del virus". Secondo l'infettivologo genovese, "chi ha fatto le tre dosi e anche la malattia ha una protezione importante, che potrebbe essere elusa dalle nuove varianti, ma queste non danno forme di patologia più grave. Avremo, e dovremmo abituarci, continue risalite della curva dei contagi. Il Covid così come l'abbiamo visto nel 2020-2021 - precisa - è morto". "Io oggi dico che abbiamo quasi il 100% della popolazione protetta per le forme Covid gravi. Si deve andare verso la normalizzazione e convivenza con questo virus - conclude Bassetti - che compete con altri virus che causano infezioni respiratorie. Questa è la grande novità Sars-CoV-2: mentre nel 2020-2021 aveva il monopolio, oggi ci sono altri virus che competono con lui".
Intanto, stando ai dati del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sul Covid-19, resta sostanzialmente stabile l'incidenza settimanale a livello nazionale dei casi di Covid-19: 307 ogni 100.000 abitanti (04/10/2022 -10/11/2022) contro 283 ogni 100.000 abitanti della settimana scorsa (28/10/2022 -03/11/2022). Nel periodo 19 ottobre-01 novembre 2022, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,83 (range 0,77-0,91), in diminuzione rispetto alla settimana precedente (quando è stato pari a 0,95) e al di sotto della soglia epidemica dell'unità. Diminuisce l'occupazione complessiva dei posti letto ospedalieri da parte di pazienti Covid. Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 2,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 10 novembre) contro il 2,4% (rilevazione al 3 novembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende invece al 10,0% (rilevazione al 10 novembre) contro il 10,4% (rilevazione al 03 novembre).
Questa settimana scendono a tre, una in meno rispetto alle 4 della settimana scorsa, le regioni/province autonome italiane con ricoveri Covid sopra la soglia d'allerta del 15%. L'occupazione in area medica supera questo dato in Friuli Venezia Giulia (15,7%), Liguria (15,3%) e Umbria (29%). Relativamente alle terapie intensive, l'occupazione questa settimana è sotto al 4% in tutte le regioni/pa. Il dato più alta si registra in Umbria (3,9%), seguita da Calabria (3,7%) e da Abruzzo ed Emilia Romagna (3,3%), con tutte le altre regioni/pa sotto al 3%. Basilicata e Valle d'Aosta sono allo 0%.