REDAZIONE CRONACA

Covid e lockdown: tutti quelli che vogliono chiudere

"Siamo in una situazione preoccupante": da Ricciardi a Cartabellotta (Gimbe), appelli a misure più drastiche

Walter Ricciardi

Walter Ricciardi

Milano, 15 febbraio 2021 - Nella settimana 1-7 febbraio, con dati aggiornati al 10, l'indice di contagio Rt in Italia è salito a 0,95, contro lo 0,84 delle due settimane precedenti. "Segnali di controtendenza nell'evoluzione epidemiologica che potrebbero preludere a un nuovo rapido aumento diffuso del numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale sia a livello regionale", avvertiva solo pochi giorni fa l'Istituto superiore di sanità-ministero della Salute.  

Nelle ultime 24 ore sono stati 221 i decessi per un totale di 93.577 vittime da inizio pandemia. E poi c'è l'incognita delle varianti, che continua a preoccupare. Secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, in Italia oltre il 17% delle infezioni è legato alla variante inglese. In Lombardia, addirittura, il dato arriva a toccare il 30%. Insomma, il quadro inizia a essere preoccupante, tanto da aver spinto il Governo a stoppare l'avvio della stagione sciistica previsto per oggi. E diversi scienziati ora tornano a chiedere interventi più energici in termini di chiusure, per difenderci dall'aggressività delle varianti e per appiattire la curva.

"Italia a rischio lockdown totale". Cresce la paura della varianti

Walter Ricciardi

Il primo è stato Walter Ricciardi, docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l'emergenza coronavirus, che già ieri si era espresso sulla necessità di cambiare subito strategia. "Al ministro ho sottoposto la necessità di proporre al Governo tre cose - ha detto in un'intervista a Il Messaggero - anche alla luce del problema delle varianti: lockdown breve e mirato come a marzo 2020" per "2, 3 o 4 settimane", ossia per tutto il tempo necessario a riportare l'incidenza di Covid-19 al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti; "tornare a testare e tracciare, reclutando nuovo personale; vaccinare a tutto spiano". "Spero che la strategia del nuovo Governo sia 'no Covid' e che ci riporti a una prospettiva di normalità in tempi ragionevoli".  Quanto ai vaccini, "ci dobbiamo preparare per vaccinare 250-300mila persone al giorno. Il modello da seguire è quello israeliano, con centri diffusi, sfruttando grandi spazi come palasport, palestre, drive-through".

Andrea Crisanti

"Un lockdown nazionale? E' quello che ho detto anche io. Fra una settimana la variante inglese si diffonderà a una velocità senza precedenti e qui si parla di riaprire tutto. C'è un totale scollamento tra quelle che sono le aspirazioni della gente, come vengono interpretate dalla politica, e quella che è la realtà. Ancora non ci siamo allineati con l'esigenza di fermare il contagio". Non usa mezzi termini il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, che ribadisce l'esigenza di un lockdown nazionale per fermare i contagi. "La variante inglese è già nel 20% dei casi in Italia - ricorda Crisanti - Il vero problema è che manca un piano nazionale di sorveglianza delle varianti. Se una variante emerge in qualche posto c'è solo una cosa da fare: non la zona rossa come quella di ora ma una zona rossa come era quella di Codogno. Per impedire che si diffonda non ci sono alternative".

Claudio Mastorianni

"Ora più che mai serve la massima attenzione e bisogna stare molto accorti e valutare misure più stringenti e anche l'idea di un lockdown. Siamo di fronte a una settimana decisiva". Lo afferma Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma. In merito alle polemiche sulle parole di Walter Ricciardi, Mastroianni è categorico: "Non voglio entrare nella discussione, ma siamo in una situazione preoccupante".

Nino Cartabellotta 

Il presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo in radio, ha parlato dell'allarme varianti. "Sappiamo che attualmente le principali varianti circolanti sono tre: inglese, brasiliana e sudafricana. L'unica ragionevole certezza che arriva dal mondo scientifico è che la variante inglese è molto più contagiosa del virus tradizionale, circa il 50% più contagiosa, alcuni studi dicono addirittura 80%. L'altra cosa che sta iniziando a venire fuori è che la variante sudafricana sia più resistente al vaccino di Astrazeneca, ma servono ulteriori conferme. Bisogna ipotizzare lo scenario peggiore per evitare di farci trovare impreparate". Sulla richiesta di lockdown generale da parte di Ricciardi. "al di là della sintonia con Ricciardi su una serie di idee, credo che il suo ragionamento sia allineato con quello che abbiamo pubblicato prima del periodo natalizio. La strategia che il governo ha assunto è quello della convivenza con il virus, varando misure per evitare la saturazione degli ospedali. Questo tipo di strategia possiamo portarla avanti per tutto il 2021, con stop&go a seconda della situazione, sapendo che la zona rossa funziona bene, quella arancione in maniera alternata, quella gialla sostanzialmente non dà benefici dal punto di vista del contrasto alla diffusione del virus. Chiudere tutto per due settimane significherebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento. Dobbiamo decidere se siamo disponibili ad accettare una restrizione maggiore per abbassare la curva, oppure se accettiamo di avere un 2021 che andrà avanti con stop&go".

Controcorrente: Massimo Andreoni

"Abbiamo una situazione epidemiologica di stallo, in cui i numeri si stanno mantenendo costanti. Questo può essere letto in modo positivo da una parte e negativo dall'altro, perché è partita anche la campagna vaccinale e fare le immunizzazioni mentre il virus circola aumenta la capacità delle varianti di resistere. E' quindi obbligatoria una cautela, ma ridiscutere oggi di fare o meno un lockdown nazionale non serve a nulla, come non serve minacciarlo. Il Paese ha fatto un scelta che è quella di convivere con il virus". Lo sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.   "Il lockdown generale può servire - spiega l'esperto - se uno pensa di poter abbassare il numero dei contagi a un centinaio. Chiudi per diverse settimane con l'obiettivo di anticipare il virus, ma l'Italia ha scelto di contenere i contagi con il sistema dell'algoritmo e dei 'colori' delle Regioni"