Milano, 21 dicembre 2020 - Continuano a diminuire ricoverati in terapia intensiva (-9) e nei reparti degli ospedali lombardi (-9). Su 22.421 tamponi effettuati sono stati individuati 1.795 i nuovi positivi. Sono l’8% rispetto a test eseguiti. Le persone che hanno perso la vita nelle ultime ore in Lombardia per colpa dell’infezione sono 49. Una cifra che porta il totale complessivo a 24.379. Per quanto riguarda le province, 570 casi sono stati segnalati a Milano, di questi 217 a Milano. A Brescia sono stati 242, a Monza 207, a Pavia 186, a Mantova 87, a Lodi 86, a Lecco 84, a Bergamo 80, a Como 66, a Sondrio 56, a Cremona 47 e a Varese 39.
Ma il Covid continua a preoccupare non solo negli ospedali, com’era stato la primavera scorsa durante il primo lockdown il contagio è tornato a far paura anche nelle case di riposo. "Tra Como e Varese sono 10mila gli ospiti delle rsa e 1.200 di loro sono infettati, fortunatamente nella maggior parte dei casi si tratta di persone che manifestano sintomi lievi o asintomatici, ma questo può far abbassare la guardia dopo gli oltre 400 decessi registrati nei mesi scorsi – denunciano Cgil, Cisl e Uil – Complica la situazione il fatto che oltre 500 operatori degli oltre 8mila impiegati in queste strutture risultano assenti e in isolamento in quanto positivi al virus. Non ci ha rassicurato sapere che nei momenti di maggior assenza del personale, alle richieste di alcune rsa di inviare personale assistenziale, la risposta di Ats Insubria e della Protezione civile si è limitata all’invio di poche unità".
A questo va aggiunta una vera e propria fuga del personale delle case di riposo, dove a migliaia in particolare tra gli oss si sono iscritti ai concorsi per poter andare a lavorare negli ospedali. "Un fenomeno pienamente comprensibile, visti i trattamenti economici e normativi afferenti ai contratti del pubblico impiego di gran lunga migliori rispetto alla generalità dei contratti applicati all’interno delle rsa, ma che ci deve spingere a rivedere il trattamento economico e normativo per chi lavora nelle strutture private. Temiamo l’effetto della terza ondata e soprattutto la fine della cassa integrazione a marzo, il rischio è che alle residente assistenziali per anziani e disabili della regione non possano bastare gli stanziamenti disposti da Regione Lombardia. Gli enti gestori contrariamente hanno già aumentato le rette a carico delle famiglie mediamente di uno o due euro al giorno.