Milano, 7 febbraio 2021 - Un gioco via chat con punizioni corporali fino al suicidio: è di sabato la notizia di un 13enne salvato dall'ultima folle sfida web. Ma c'è il caso, terribile, della bambina che a Palemo ha perso la vita per una challenge. E ci sono i numeri. Nel 2020, rivela la Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano, ci sono stati 57 casi tra tentativi di suicidio, gesti di autolesionismo, crisi depressive tra i minorenni. Per la Casa del Giovane di Pavia negli ultimi due anni è triplicato il numero di ragazzi che si sono rivolti al servizio dipendenze Asst. Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Per il professor Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco, sono fenomeni causati dalla sindemia, "perché la pandemia nella sua azione non è restata sola, ma ha innescato altre patologie, sanitarie ed emozionali, con un forte impatto di natura sociale, ambientale, relazionale".
Come ha colpito gli adolescenti?
"Attraverso l'isolamento sociale, le stigmatizzazioni, cambiando condizioni e stili di vita. Lo stravolgimento dell'abituale alternanza dei ritmi sonno/veglia e la perdita delle attività relazional: hanno allargato la sensazione di un futuro incerto".
Già a quell'età?
"Vedono sfuggire il futuro dalle loro mani, ricordiamo che un anno per loro ne vale due o tre. Si trovano ad affrontare un mondo dove tutto è amplificato, senza che abbiano ancora esprienza, menre viene meno l'incredibile fonte di informazioni che è il confronto con gli altri. Chiusi in casa con genitori sullì'orlo di una crisi di nervi. E po, soprattutto,i è mancato il confronto con la scuola".
Che però sta ripartendo...
"E ne vedremo via via l'effetto benefico, quando metterà in atto gli ammortizzatori del rischio. Se un ragazzo che viene da ua famiglia disfunzionale non ha un altro ambiente con cui relazionarsi, che può fare?".
Ed esplode il disagio...
"C'è chi si si è isolato nella propria stanza, chi ha invece avuto un'esplosione di aggressività: sono quelli che hanno fatto assembramenti o feste, che hanno seguito di più l'impulso della trasgressione. Uno studio pubblicato su Nature e su Neuroscience ha sottolineato che il bisogno di socialità è forte come il bisogno di cibo".
Una ricerca Doxa Kids per Telefono Azzurro ha rivelato che il 21% dei genitori teme che navigando online i figli possano imbattersi in sfide o modelli suicidiari. Più di quel 18% che teme l'incubo della pedopornografia. Cosa possono fare, parlare con i loro ragazzi?
"Però approcciandosi al mondo dei figli prima di tutto senza denigrarlo, se no suscitano diffidenza. E' un lavoro graduale, quotidiano: a quell'età le parole sono pietre, si ha un senso della vergogna enorme".
Come se ne viene fuori?
"Un messaggio alle istituzioni va lanciato: il tema dell'educazione emozionale, anche nelle scuole, è indispensabile. E va affrontato il tema della pandemia emozionale, che colpisce le persone più fragili: i giovani e gli anziani".
In che modo?
"Tornando a quanto dicevamo sulla sindemia: c'è da potenziare tutto ciò che è salute mentale, nei servizi territoriali, creando reti di assistenza e nelle scuole appunto. Serve, tra l'altro, un modello economico che consenta ai genitori di passare più tempo con i figli- e bisogna potenziare ".
E loro, i genitori, cosa possono fare per aiutare i ragazzi prima che una situazione deflagri?
"Intanto aiutare i propri figli a riconoscere e sperimentare la propria ansia. Aiutarli a crearsi distrazioni e trasmettere loro un interesse. Intraprendere insieme attività creative. E aiutarli a connettersi con gli amici con una modalità tarsparente. Ricordando una cosa".
Quale?
"Quello che ci spaventa è come un'onda, bisogna imparare a passarci attraverso".