
La situazione dei contagi in Italia
Emergenza Covid, ecco la situazione epidemiologica in Italia. Scende a 0,98, sotto la soglia d'allarme di 1, il valore dell'Rt nazionale che la scorsa settimana era a quota 1,08. L'incidenza si attesta a 232 casi di contagio ogni 100mila abitanti, contro i 240 della scorsa settimana. Sono questi i valori che i tecnici dell'Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute stanno esaminando e che dovrebbero essere confermati nel monitoraggio settimanale che sarà presentato oggi. Oggi, inoltre, sono attesi anche i nuovi colori delle Regioni. Come prevede il decreto del Governo Draghi, in Italia non ci saranno zone gialle fine a maggio: esclusi quindi grandi cambiamenti. Buone notizie arrivano dal Veneto: "Ne ho parlato con il ministro Speranza e posso annunciare che il Veneto passerà alla zona arancione - ha detto il presidente Luca Zaia -. Spero non ci siano sorprese, si tratta solo di capire se potremo essere arancioni da martedì o mercoledì".
- L'incidenza dei contagi
- La situazione delle terapie intensive
- Il tracciamento
- Incubo varianti
- Sei Regioni a rischio elevato
L'incidenza dei contagi
Questa settimana continua la diminuzione dell'incidenza rispetto agli ultimi sette giorni (232.7 per 100.000 abitanti contro i 240,3 per 100.000 abitanti della settimana precedente). Il valore, comunque, resta elevato e ancora lontano dai livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti.
La situazione delle terapie intensive
Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (41% contro il 39% della scorsa settimana). È quanto si legge nell'ultimo monitoraggio sulla situazione epidemiologica del Covid. "Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.546 (23/03/2021) a 3.716 (30/03/2021). In salita anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale. Superata la soglia critica (44%) con una crescita nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 28.428 (23/03/2021) a 29.231 (30/03/2021). Rimane dunque alto il numero di Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e nelle aree mediche sopra la soglia di allarme (14 regioni-province autonome rispetto alle 12 della settimana precedente).
Il tracciamento
E' in lieve aumento la percentuale dei casi di Covid rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti (34,4% contro il 33,8% della scorsa settimana), secondo quanto segnala l'Istituto superiore di Sanità. E mentre salgono i casi intercettati con le attività di tracciamento, sono in diminuzione il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (49.186, contro i 53.837 della settimana precedente).
Incubo varianti
La circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è "largamente dominante nel Paese, questo fattore indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione". Inoltre, i dati di incidenza e trasmissibilità, "seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnate da puntuali interventi nelle aree a maggiore diffusione. Si ribadisce, anche alla luce della ormai ampia diffusione di alcune varianti, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche", si legge nella bozza di monitoraggio Iss-ministero della Salute.
Sei regioni a rischio elevato
Nell'ultima settimana undici regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 Tra queste, due ovvero Campania e Valle d'Aosta hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con sei regioni (Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto) che hanno un livello di rischio alto. Le altre regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui sette ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e una regione (Basilicata) e una provincia autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso.