"I risultati dei test che il fabbricante ha reso disponibili in allegato al fascicolo tecnico non forniscono evidenza scientifica sulla capacità di mantenere inalterate le prestazioni del filtro fino a 200 ore di utilizzo". Questa è una delle motivazioni alla base del blocco delle vendite e del ritiro dal mercato delle mascherine U-Mask, sul cui nuovo modello sono in corso verifiche da parte degli inquirenti. La motivazione del provvedimento di ritiro dal mercato, quindi, è l'assenza di garanzie dell'efficienza del prodotto. "Non sono disponibili relazioni di prova che diano evidenza che le caratteristiche di efficienza di filtrazione batterica, respirabilità e resistenza agli schizzi siano mantenute" si legge nel report. Non un dettaglio, quindi, ma la mancanza di un dato importante: la garanzia che il filtro funzioni in maniera realmente efficace contro le particelle e quindi anche e soprattutto contro il coronavirus. In relazione "alla pulizia microbica del dispositivo - spiega la direzione competente del Ministero - non risultano soddisfatti i requisiti essenziali". Inoltre, "le prove relative a efficienza di filtrazione batterica, respirabilità e resistenza agli schizzi sono riferite ad un prodotto identificato come UMask R1 e non al dispositivo U-Mask Model 2.1".
Il sequestro
Nelle indagini della Procura di Milano sulle mascherine U-Mask, la settimana scorsa nel corso di una perquisizione i carabinieri del Nas di Trento hanno sequestrato oltre 3 tonnellate di merce, per un valore commerciale stimato in 5 milioni di euro. Sarebbe infatti stato individuato alla periferia di Milano "un magazzino anonimo e non indicato fra le unità produttive dell'azienda, nella disponibilità di un cittadino rumeno".