Milano, 19 gennaio 2016 - Da tempo sostengo che i risparmiatori devono stare lontani dai mercati finanziari. Purtroppo avevo ragione visto quello che sta succedendo. E probabilmente il peggio deve ancora arrivare. Lo sostiene anche Laurence Fink, presidente e amministratore delegato di BlackRock, l’operatore più influente al mondo sui mercati finanziari, con 4.500 miliardi di dollari in gestione. Secondo Fink il ribasso dei mercati continuerà perché «non c’ è ancora abbastanza sangue nelle strade». Dall’inizio dell’anno Wall Street ha perso il 10% circa, Piazza Affari in due settimane si è mangiata il rialzo del 2015. Il listino cinese a partire da dicembre ha lasciato sul terreno più del 20% a conferma dei timori sulla tenuta della sua economia. Né si vede una via d’uscita perché l’economia mondiale sembra essere entrata in una terra sconosciuta.
Fino a ieri sapevamo che il calo del prezzo del petrolio era una buona notizia per i Paesi consumatori perché abbattendo la bolletta energetica lasciava spazio per i consumi. Adesso, invece è tutto cambiato: più scende il prezzo del petrolio e più i mercati virano verso il basso. La globalizzazione ha cambiato tutti i parametri. In questo quadro, come ho scritto in altre occasioni, la cosa che mi preoccupa di più e dalla quale non riesco a prevedere la via d’uscita è l’esplosione del debito.
Dal 2008 a oggi nel mondo è triplicato grazie anche alle politiche molto espansive delle banche centrali. Iniezioni di liquidità che hanno evitato il collasso ma che hanno immesso nel sistema il seme della follia finanziaria. Con l’economia mondiale che cresce meno di prima (al 2,9% dal 3,2% secondo il Fmi) e l’inflazione che non riparte, mi chiedo come sarà possibile sostenere il crescente peso del debito. Diversi risparmiatori mi chiedono come uscire da questa situazione. Ripeto quello che ho sempre sostenuto. Le scelte possibili sono solo due: o parcheggiare la liquidità per il breve periodo a rendimenti vicini allo zero oppure bisogna investire nel settore immobiliare. Non in Italia però, ma in Paesi con una situazione politica stabile, basso debito pubblico e prezzi degli immobili ancora convenienti.