FABIO LOMBARDI
Cronaca

Dad, niente lezioni in presenza per i figli dei lavoratori essenziali. Sì agli allenamenti

La possibilità delle lezioni a scuola era prevista ma il ministero ha sgomberato il campo agli equivoci. Polemiche per gli allenamenti delle società sportive

Studenti in piazza contro la dad

Nove studenti su 10 in dad a causa delle restrizioni imposte dal nuovo Dcpm, delle zone finite in zona rossa e zona arancione rinforzata, dei nuovi parametri che prevedono la possibile chiusura delle scuole quando su superano i 250 nuovi positivi su 100mila abitanti anche in zona gialla. E con la didattica a distanza ci sono anche i problemi organizzativi delle famiglie: di chi deve andare a lavorare e non può affidare certo i figli ai nonni anziani in questa fase di pandemia oppure che non ha la baby sitter.

Nelle ore immediatamente successive la scelta di chiudere le scuole in diverse regioni e province d'Italia sulle chat dei genitori sono circolate diverse informazioni. In particolare la possibilità che nelle scuole fossero attivate lezioni in presenza per i figli delle "categorie essenziali" quei lavoratori cioè che per la particolare rilevanza del lavoro svolto non possono assentarsi dal lavoro (forze dell'ordine, operatori sanitari, addetti che lavorano nei negozi di alimentari e supermercati...). Un lungo elenco in ogni caso che avrebbe praticamente costretto a riaprire quasi tutte le classi (dove non c'è almeno un bimbo o ragazzo figlio di un genitore che appartiene a una di queste categorie?). 

Il documento

Niente lezioni in classe per i figli di chi lavora nei servizi essenziali. Lo comunica il ministero dell'Istruzione, rispondendo alla richiesta di chiarimento del governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il Dpcm del 2 marzo, comunica il Ministero, prevede la possibilità di frequenza in presenza solo per gli studenti disabili e per le attività di laboratorio. Tale possibilità non è invece contemplata per i figli dei lavoratori di servizi essenziali, richiamati nella Circolare ministeriale del 4 marzo. La nota del Ministero dell'Istruzione è giunta alla Regione Piemonte dopo che il governatore Cirio aveva sollecitato il ministro Patrizio Bianchi in merito alla possibilità di frequenza scolastica in presenza per i figli dei lavoratori dei servizi essenziali nelle aree dove, in attuazione dell'ultimo Dpcm, è stata prevista la dad al 100%.

Non si placano le polemiche invece circa la possibilità di effettuare gli allenamenti nonostante le scuole chiuse. Avviene in particolare in Lombardia dove è stata decretata da venerdì la zona arancione rinforzata. Le società sportive (calcio e pallavolo ad esempio) possono continuare gli allenamenti (le squadre di pallavolo Fipav anche le partite che paradossalmente si sviolgono nelle palestre delle scuole chiuse all'attività didattica). Il Csi, pur potendo da ordinanza regionale continuare con gli allenamenti, ha deciso di sospendere le attività come "scelta etica". Indipendentemente dalla possibilità di contagio rispetto allo svolgimento degli allenamenti (che devono comunque essere fatti in forma individuale) e della necessità dei bambini/ragazzi di fare attività sportiva stride fortemente il fatto che mentre i ragazzi non possono andare a scuola possono invece fare allenamenti in gruppo.