“Vuoi un pippotto? ...siamo ospitali qua...”. Così Davide Lacerenza (intercettato) fa capire un cliente cosa può ordinare alla Gintoneria. Da martedì è ai domiciliari per spaccio di droga e prostituzione all’interno del locale di via Torriani fondato insieme a Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi (pure lei arrestata).
“Davide non è Pablo Escobar. Droga ed escort come in ogni locale di Milano”, lo ha difeso la giovanissima fidanzata. Nell’intervista rilasciata ai microfoni de La Zanzara su Radio 24 ha pure spiegato che “chi prende tremila euro a bottiglia non ha bisogno di guadagnare con droga e escort”. Solo montature, insomma, perché così fan tutti nella Milano da bere 2025.
Non bastassero le indagini, ci sono però i commenti (tuttora online) dei clienti che hanno frequentato la Gintoneria. Alcuni si dicono entusiasti del locale e del “king della notte”, come si faceva chiamare Lacerenza.
Altri un po’ meno, sentite qua: “Serata imbarazzante...locale pieno di escort...il gestore (Lacerenza) che gridava invasato e filmava tutto e tutti in evidente stato confusionale e alterato. Bagno piccolo e indecente. Insomma una piccola corte dei miracoli”.
Un altro: “Vado al bagno e trovo la bilancia con il piatto in vetro per pippare ma neanche un po’ di carta per asciugarsi le mani, un minimo di decenza... Non c'è niente di lussuoso o di classe, davvero di basso livello”.
“Se a Milano pensate che questo sia lusso, ragazzi siete davvero dei poveretti”, il commento di un altro che alla Gintoneria c’è stato e non ha un bel ricordo. Però non dite che Davide è come Pablo Escobar, mi raccomando.