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Debito pubblico, Draghi: "Toccherà il 160% del Pil"

Tutto quello che ha detto il presidente del Consiglio all'Accademia dei Lincei

Mario Draghi, presidente del consiglio

"È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata". Lo dice il premier Mario Draghi, in un passaggio della sua lezione all'Accademia dei Lincei. Nel suo intervento, il presidente del Consiglio ha ricordato che "dall'inizio della crisi - ricorda Draghi - abbiamo esteso alle imprese garanzie per 208 miliardi di euro e sostegni per quasi 100 miliardi. I sussidi hanno comportato un aumento del debito pubblico. I prestiti bancari garantiti hanno comportato un aumento del debito privato. L'aumento nel debito totale rispetto al 2019 è una misura molto significativa del costo economico di questa pandemia, senza contare l'impatto sulle diseguaglianze. Alla fine di quest'anno, il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Europa sarà cresciuto di circa 15 punti percentuali rispetto alla fine del 2019. In Italia, secondo le stime della Commissione Europea, il debito pubblico aumenterà dal 135% del Pil, al 160%. Si tratta di un incremento maggiore rispetto a quello della Grande Crisi Finanziaria".

Il messaggio

"Per l'Italia, questo è un momento favorevole ma la pandemia non è terminata", ha spiegato Mario Draghi. "Le certezze fornite dall'Europa e dalle scelte del governo, la capacità di superare alcune di quelle che erano considerate barriere identitarie, l'abbondanza di mezzi finanziari pubblici e privati sono circostanze eccezionali per le imprese e le famiglie che investiranno capitali e risparmi in tecnologia, formazione, modernizzazione. Ma è anche il momento favorevole per coniugare efficienza con equità, crescita con sostenibilità, tecnologia con occupazione. È un momento in cui torna a prevalere il gusto del futuro. Viviamolo appieno, con determinazione e con solidarietà".