
Matteo Salvini alla festa della Lega ad Arcore (foto Radaelli)
Milano, 8 agosto 2019 - Da lunedì 5 agosto, con il voto della maggioranza in Parlamento, è legge il cosiddetto “decreto sicurezza bis” voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Si tratta - indica il titolo del decreto - di "disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza", contiene 18 articoli e dà disposizioni in materia di immigrazione, ordine pubblico, contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, misure riguardanti il personale di polizia, forze armate, vigili del fuoco e del ministero dell'Interno, oltre ad altre disposizioni minori.
Il punto più discusso e al centro delle maggiori polemiche politiche riguarda il primo paragrafo del decreto, quello con le disposizioni in materia di immigrazione, che cambia alcune delle norme che regolano il soccorso in mare. In particolare l’articolo 1 dà al ministro dell’Interno, e non più a quello delle Infrastrutture, la possibilità "di limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale" per ragioni di ordine e sicurezza pubblica. In caso di violazione da parte del comandante di una nave dei divieti e delle limitazioni disposte dal ministro dell’Interno è prevista una sanzione amministrativa che va da 150 mila a 1 milione di euro. Poi la nave può anche essere confiscata, preceduta dal sequestro immediato.
Il decreto interviene anche in un passaggio del codice di procedura penale dando alla procura distrettuale la competenza sulle indagini che riguardano il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con anche la possibilità di svolgere intercettazioni preventive per l’acquisizione di notizie utili. Viene poi introdotto l'arresto obbligatorio per chi è colto in flagranza di un delitto di resistenza o violenza contro nave da guerra.
Vengono stanziati fondi (circa 2 milioni di euro fino al 2021) per finanziare operazioni sotto copertura e azioni di contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Viene poi istituito presso il Ministero degli affari esteri, un fondo per le politiche di rimpatrio dedicato al sostegno di iniziative di cooperazione o intese bilaterali per la riammissione degli stranieri irregolari presenti in Italia e provenienti da Paesi extra-Ue. Il fondo ha una dotazione iniziale di 2 milioni di euro per l'anno 2019 che potranno essere incrementati da una quota annua fino a 50 milioni di euro determinata annualmente con decreto interministeriale.
In pratica le nuove disposizioni sull'immigrazione consentono al solo ministro dell’Interno di vietare l’ingresso, ma anche il transito e la sosta, a qualsiasi nave in acque territoriali italiane, motivando la decisione per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, pena il pagamento di elevate sanzioni, l’arresto del comandante e la confisca della nave. Quindi vengono stanziate risorse per azioni di contrasto all'immigrazione e per quelle di rimpatrio di stranieri irregolari sul territorio nazionale.