Brescia, 27 ottobre 2022 - "Era sabato, a un quarto alle 11 mi suona il telefono: nonna, la mamma non c’è più, era Silvia a chiamare. Mia nipote non mi chiamava mai. Che strano, ho pensato. Qualche giorno dopo mi hanno portato a Temù e le mie nipoti erano là, mi hanno detto che la mamma era andata via spontaneamente, a me sembrava davvero impossibile. Piangevano ma mi davano l’impressione di scarsa preoccupazione, ma certo nessuno pensava una cosa del genere".
Questa la deposizione di Marisa Cinelli, la madre di Laura Ziliani, l'ex vigilessa uccisa la notte tra il 7 e l' maggio 2021 a Temù dalle figlie Paola e Silvia Zani, con la complicità del fidanzato della maggiore, Mirto Milani.
Per i tre, imputati di omicidio pluraggravato e occultamento di cadavere, oggi si è aperto il processo. 'Non ho subito pensato che le mie nipoti c’entrassero, ma c’erano troppe cose anomale, mi dicevo qui qualcosa è successo ma non riuscivo a capire - ha proseguito la signora, citata come teste dalla pubblica accusa -. In quei giorni con Mirto sembrava avessero fatto una famiglia a parte e avessero abbandonato gli altri miei figli, che erano là per le ricerche. Laura era una che stava bene di salute a parte quell’episodio in cui a metà aprile veva dormito 36 ore consecutive'. E ancora: Laura mi diceva che c’erano discussioni in famiglia per la questione della ristrutturazioni delle case, se lei faceva qualcosa a loro non andava bene e viceversa, e c’erano battibecchi anche con Milani. Però mi sembravano tensioni normali che possono capitare. Per quello che è successo mi è venuto uno stress enorme e sono stata ricoverata una settimana, ho preso antibiotici per un mese. Sapeva qualcosa dei rapporti sentimentali tra Silvia, Paola e Mirto? ha chiesto a mamma Marisa il presidente Roberto Spanò. ‘Dei sospetti c’erano, anche Laura me li aveva confidati, ma non eravamo sicuri. Certo lei non era contenta della situazione’.