Occupazione al 142% dei posti disponibili nelle carceri lombarde, dove, a novembre, sono 8.733 i detenuti su una capienza regolamentare di 6.152 posti, il dato peggiore a livello nazionale dopo quello della Puglia (153,7%).
La fotografia fatta dall’associazione Antigone sui dati delle capienze per istituto del Ministero della Giustizia evidenzia, però, soprattutto, il tasso di crescita dei reclusi: a livello nazionale si è tornati a sfondare le 60mila persone (60.116 per l’esattezza) a fronte di 51.272 posti di capienza regolamentare (anche se in realtà quelli disponibili sono circa 3.000 in meno).
L’aumento dei detenuti
Di fatto, le presenze in carcere sono cresciute del 7% nell’ultimo anno, ma questa crescita è stata più significativa negli ultimi tempi, registrando un +2,9% negli ultimi tre mesi.
"Se la popolazione detenuta dovesse continuare a crescere con questo ritmo, come è prevedibile visto le politiche penali di questo governo – spiega l’associazione – tra un anno saremo oltre le 67mila presenze, come ai tempi della condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo, tempi che difficilissimi sia per la popolazione detenuta che per il personale delle nostre carceri, su cui viene scaricata la fatica di gestire questi numeri".
I dati provincia per provincia
La Lombardia spicca per i valori in numero assoluto e per il tasso di affollamento, decisamente superiore al 117,2% di media nazionale. Citando le situazioni più gravi, Antigone fa riferimento al Nerio Fischione (ex Canton Mombello) di Brescia, dove l’affollamento è ormai al 200% e a Como, dove è al 186%. Solo Bollate (Milano) e Voghera (Pavia) sono sotto la media nazionale (rispettivamente 109% e 100%) per tasso di occupazione; tra le strutture con più detenuti rispetto alla capienza, anche il Resmini di Bergamo (174%), Verziano a Brescia (175%), Busto Arsizio (176%), Lodi e Monza (173%).
"Numeri che rispecchiano condizioni invivibili ma che nei prossimi mesi sono destinate a peggiorare senza interventi urgenti che passano forzatamente da misure alternative alla detenzione e da una politica penale diversa e non, come il governo da un anno ripete da nuova edilizia penitenziaria".