Andrea Galimberti, l’alpinista trovato morto sul Monte Bianco insieme a Sara Stefanelli. Erano dispersi da quattro giorni

I corpi senza vita si trovavano a 4.500 metri di quota, nella zona del ‘Mur de la Cote’, un ripido pendio ghiacciato che porta alla vetta sul versante francese

Andrea Galimberti e Sara Stefanelli (Foto profilo facebook)

Andrea Galimberti e Sara Stefanelli (Foto profilo facebook)

Como, 10 settembre 2024 – La notizia che nessuno avrebbe voluto è arrivata: il Peloton de la gendarmerie d'haute montagne di Chamonix ha trovato i corpi privi di vita di Andrea Galimberti e Sara Stefanelli, i due alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco da sabato scorso. 

I corpi si trovavano a 4.500 metri di quota, nella zona del ‘Mur de la Cote’, un ripido pendio ghiacciato che porta alla vetta del Monte Bianco sul versante francese. È probabile che siano morti per assideramento, e il decesso forse è avvenuto già sabato scorso, in mezzo alla bufera. Le salme sono state portate a Chamonix. Recuperati, secondo media francesi, anche i corpi di due alpinisti sudcoreani: anche loro risultavano dispersi sulla montagna da sabato scorso, dopo essere stati sorpresi dal maltempo in alta quota.

Quattro dispersi sul Monte Bianco, ecco la zona: in corso attività di ricerca e soccorso (Foto X Emergenza24)
Quattro dispersi sul Monte Bianco, ecco la zona: in corso attività di ricerca e soccorso (Foto X Emergenza24)

Questa mattina, grazie alle condizioni meteo favorevoli e all'ottima visibilità in quota, il soccorso alpino valdostano, in accordo con i colleghi francesi, aveva eseguito una serie di sorvoli, ma le ricognizioni avevano dato esito negativo. Le operazioni da parte italiana erano poi state sospese, in quanto sul versante Nord vi sono importanti accumuli di neve dovuti alle precipitazioni delle ultime ore e vento forte. Ciò rendeva molto pericolosa la posa di soccorritori a terra e non consentiva le dovute operazioni in sicurezza per gli equipaggi di soccorso. I gendarmi francesi hanno fatto altri tentativi non appena c'è stata una schiarita, fino a quello decisivo.

Galimberti, comasco 53enne, e Stefanelli, 41enne genovese ma medico all’ospedale di Garbagnate Milanese e Rho, erano sono stati localizzati un'ultima volta a 4600 metri di quota. Erano partiti dal rifugio des Cosmiques nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre, quando avevano fatto scattare scattato l'allarme. “C'è troppa nebbia, non vediamo niente, abbiamo perso l'orientamento. Rischiamo di morire congelati”, avevano detto ai soccorritori che avevano cercato in un primo momento di raggiungerli a piedi. Da quel momento i due non avevano più fornito alcuna comunicazione e i loro telefoni sono risultati spenti, probabilmente perché scarichi.

La speranza era che i due alpinisti fossero riusciti a scavare una buca nella neve o che, ancora meglio, avessero raggiunto la Capanna Vallot, posta a 4300 metri. Si tratta di un rifugio dedicato alle emergenze, dotato di coperte e di viveri utili per resistere fino all'arrivo dei soccorsi. La notte scorsa la stazione meteorologica del colle Major, posta a 4700 metri, aveva segnato una temperatura minima di -12, troppo bassa per un’attrezzatura non adeguata. I familiari però volevano credere in un miracolo, confidando nell'esperienza dei due alpinisti: in particolare, Andrea Galimberti aveva numerose ascensioni alle spalle sulle Alpi.

Appena si è diffusa la triste notizia, i social si sono nuovamente riempiti di messaggi. Dopo quelli di incoraggiamento, fino a poche ora, è arrivato l’affetto e il cordoglio da amici e conoscenti: “Abbiamo sperato fino all’ultimo, ora volate in pace”, “Ricorderò sempre il sorriso, l’allegria e la passione di Andrea” e “Due anime belle, si vedeva dagli occhi. Spero che il mio abbraccio vi arrivi fin lassù. Ora insegnate agli angeli come si scalano le montagne”. Numerose anche le emoticon delle mani giunte in preghiera e di cuoricini rossi spezzati.