Andrea Galimberti disperso sul Monte Bianco insieme a Sara Stefanelli, ancora nessuna traccia: ricerche sospese

Il soccorso alpino valdostano, in accordo con i colleghi francesi, ha eseguito una serie di sorvoli che hanno dato esito negativo. Poi si sono fermati perché vi sono importanti accumuli di neve e vento forte, che rendono le operazioni di soccorso pericolose

Andrea Galimberti e Sara Stefanelli dispersi sul Monte Bianco (Foto profilo Facebook)

Andrea Galimberti e Sara Stefanelli dispersi sul Monte Bianco (Foto profilo Facebook)

Como, 10 settembre 2024 – Ancora nessuna traccia di Andrea Galimberti e Sara Stefanelli, i due alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco.

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Grazie alle condizioni meteo favorevoli e all'ottima visibilità in quota, questa mattina, il soccorso alpino valdostano, in accordo con i colleghi francesi, ha eseguito una serie di sorvoli sulla zona in cui potrebbero trovarsi i due sportivi, ma le ricognizioni hanno dato esito negativo.

Le operazioni da parte italiana sono state quindi sospese, in quanto sul versante Nord vi sono importanti accumuli di neve dovuti alle precipitazioni delle ultime ore e vento forte, che non accenna a smettere. Ciò rende molto pericoloso la posa di soccorritori a terra e non consente le dovute operazioni in sicurezza per gli equipaggi di soccorso. 

La speranza dopo più di 60 ore trascorse nel gelo e nelle raffiche di vento della vetta più alta d’Europa è che gli alpinisti siano riusciti a scavare una buca nella neve o che, ancora meglio, siano riusciti a raggiungere la Capanna Vallot, posta a 4300 metri. Questo è un rifugio dedicato alle emergenze, dotato di coperte e di viveri utili per resistere fino all'arrivo dei soccorsi. La notte scorsa la stazione meteorologica del colle Major, posta a 4700 metri, ha segnato una temperatura minima di -12, troppo bassa se non si dispone di adeguata attrezzatura.

Galimberti e Stefanelli erano sono stati localizzati un'ultima volta a 4600 metri di quota. Erano partiti dal rifugio des Cosmiques nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre, quando è scattato l'allarme. “C'è troppa nebbia, non vediamo niente, abbiamo perso l'orientamento. Rischiamo di morire congelati”, avevano detto ai soccorritori che avevano cercato in un primo momento di raggiungerli a piedi. Da quel momento i due non hanno più fornito alcuna comunicazione e i loro telefoni sono risultati spenti, probabilmente perché scarichi.

Intanto, prosegue il tifo di amici e conoscenti sui social. Moltissimi i messaggi di incoraggiamento: “Forza ragazzi, siamo tutti con voi, resistete”, “Tenete duro ragazzi e tornerete a casa”, “Vi aspettiamo, non mollate”. E c’è chi, rivolgendosi ad Andrea, scrive: “Non ti ho mai incontrato di persona, ma leggendo le tue avventure e l'entusiasmo di un ragazzino più volte mi sono chiesto se avresti portato anche me in una delle tue avventure. So che più passano le ore e più le speranze diminuiscono, ma voglio pensare che siete riusciti a raggiungere qualche punto per mettervi al riparo, per ascoltare ancora i tuoi racconti e poter vivere un domani, qualche esperienza insieme. Un abbraccio a entrambi, ovunque voi siate”.

Non mancano i ricordi di momenti trascorsi insieme in montagna, con la speranza di poterne vivere di nuovi. Simona ha scritto: “L'altro giorno ho visto questo ultimo post che hai messo su Facebook, i tuoi occhi e quelli di Sara brillano, i vostri sorrisi sono pieni di vita. Penso a quando ti ho conosciuto al Passatore e mi facevano ridere i tuoi pantaloncini simpatici ed ero felice di camminare all'alba nel nostro viaggio ascoltando le tue mille avventure. Ti prego devi ancora raccontarci”. Un messaggio anche da Valentina: “Ti ho conosciuto l'anno scorso per caso al rifugio Rosalba e abbiamo pranzato insieme. Io e il mio compagno "passeggiatori della domenica" tu dovevi ancora raggiungere la cresta e con i tuoi racconti ci hai fatto sognare quelle cime e quei paesaggi. I tuoi occhi brillavano mentre ci raccontavi di tutte le tue imprese, tutti i 4k che avevi scalato, senza un filo di presunzione solo con un grande amore per la montagna che ti portavi dietro dall'infanzia. Forza Andrea, tieni duro che ci sono un sacco di altre vette che ti aspettano”.