Parabiago (Milano), 19 dicembre 2017 - Si è chiuso nel silenzio Sadique Zahir, il 35enne pakistano che ha ucciso la convivente Simona Forelli, 33 anni, madre di due bimbi di 6 e 17 mesi. Dopo aver colpito la compagna con un coltello da cucina l’uomo è fuggito dall’appartamento in via Santini a Parabiago, nel Milanese, vagando senza meta per circa un’ora. Fino a quando ha deciso di costituirsi ai carabinieri. Era visibilmente frastornato e in stato di choc. Ha ammesso di aver aggredito la compagna.
Poche parole, prima di un ostinato silenzio che è poi proseguito per l’intera giornata di ieri davanti al pm di Busto Arsizio Maria Cristina Ria, che ha chiesto la convalida del fermo. Una vera e propria confessione, almeno dal punto di vista formale, non c’è ancora stata. In attesa di comparire davanti al gip, Zahir resta in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario nel carcere di Busto Arsizio. Il corpo della compagna, Simona Forelli, è stato invece portato all’ospedale di Legnano, dove verrà eseguita l’autopsia. Il legame fra i due ha una data d’inizio, il 2012. Si conoscono a Dubai, negli Emirati Arabi, dove entrambi si trovavano per lavoro. Sadique e Simona lavoravano all’interno di alcuni hotel di lusso.
Si sono innamorati, e hanno deciso di iniziare insieme una nuova avventura lavorativa a Londra. È proprio la capitale britannica il loro ultimo approdo. Il ritorno in Italia, a Parabiago, città d’origine di Simona, è coinciso con le festività di Natale. Probabilmente scossa dal comportamento e dalle violenze dell’uomo, sempre più frequenti, la donna aveva intenzione di lasciarlo e rimanere in Italia. Dando così un taglio definitivo alla relazione. È in questo scenario che è maturata, fino ad esplodere, la furia del pakistano. Questo il movente probabile. Da una parte il desiderio di interrompere un rapporto ormai deteriorato, dall’altra l’opposizione dell’uomo, che spingeva per tornare a Londra il prima possibile, subito dopo Natale. Le discussioni erano continue, anche alla presenza della madre della donna (il padre della giovane è ricoverato da tempo in una casa di cura). Una bomba a orologeria scattata domenica sera. Simona è stata trovata dalla madre e da alcuni vicini di casa, allarmati dalle urla. Era ancora viva, ma ormai agonizzante. Per terra, sul pavimento macchiato di sangue, i due figli in lacrime. Bambini che, ieri, sono stati portati in ospedale a Legnano per accertamenti e poi affidati ai parenti.