ENRICO FOVANNA
Cronaca

Pandemia e crisi, Emergency distribuisce pacchi alimentari

Il progetto si chiama “Nessuno escluso” e nasce per far fronte alle nuove povertà, causate dalla pandemia in fasce crescenti della popolazione

Un ambulatorio mobile di Emergency per il soccorso sanitario in strada

Milano, 23 gennaio 2021 - Il progetto si chiama “Nessuno escluso” e nasce per far fronte alle nuove povertà, causate dalla pandemia in fasce crescenti della popolazione. Ad attivarlo, attraverso la distribuzione gratuita di alimenti e beni di prima necessità, è Emergency, che ormai da tempo ha avviato anche su scala nazionale molte attività di assistenza e solidarietà alle fasce deboli. Emergency ha già consegnato oltre 52.596 pacchi alimentari a 2.300 famiglie a Milano (dove operano con successo associazioni come “Pane Quotidiano“ e molte altre realtà del volontariato), Roma, Napoli e Piacenza grazie all’aiuto di 920 volontari sul campo. “Gli effetti sociali ed economici della pandemia sono molto simili nelle città di tutta Italia - spiega Marco Latrecchina, responsabile nazionale del progetto di Emergency - vediamo persone e famiglie che non avevano mai dovuto chiedere aiuto a nessuno e che oggi, invece, sono in forte difficoltà. Noi siamo al loro fianco per dare un supporto con tutta la dignità che queste persone meritano, insieme alle tante associazioni e realtà locali che si sono rimboccate le maniche e hanno trovato la forza di dare una risposta ai nuovi bisogni che questo periodo ha fatto emergere”. Ogni famiglia sostenuta da “Nessuno escluso”, riceve ogni settimana un pacco alimentare secondo il proprio numero di componenti, al quale si aggiungono mensilmente un pacco di prodotti per la pulizia della casa e uno per l’igiene personale.  Dall'inizio della pandemia, Emergency è attivissima sia sul fronte sanitario che su quello sociale anche in Italia. “Abbiamo messo a disposizione delle autorità sanitarie - spiega Emergency - le competenze di gestione dei malati in caso di epidemie, maturate in Sierra Leone nel 2014 e 2015 durante l’epidemia di Ebola“. Non a caso dallo scorso 5 dicembre, nell’ottica di collaborazione con la Protezione civile richiesta dal governo, Emergency 5 dicembre il nostro staff medico è entrato nel reparto Covid-2 dell’ospedale San Giovanni di Dio a Crotone. Il reparto gestito da Emergency ha 23 posti letto nella struttura dell’ospedale più, in caso di necessità, altri 8 posti letto nel reparto tendato. L’ultima città entrata nel progetto “nessuno escluso“ è Catanzaro, dove i volontari della o hanno distribuito ieri a 130 famiglie di Catanzaro 260 pacchi alimentari. Gino Strada, La sede della distribuzione è il Centro polivalente in via Fontana Vecchia. “Abbiamo deciso di portare questa iniziativa a Catanzaro perché in questo momento storico siamo obbligati a restare lontani fisicamente, ma possiamo scegliere di rimanere vicini a questa città in altri modi, soprattutto nel far sentire le persone un po’ meno sole e meno impaurite, meno escluse”. A precisarlo è Tiziana De Simone, volontaria del progetto di Emergency a Catanzaro. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo del Comune che, insieme all’associazione Centro calabrese di solidarietà, ha fornito il magazzino di stoccaggio e distribuzione mettendo a disposizione gli spazi del Caffè delle arti.  Nata a Milano nel 1994, Emergency è oggi attiva in 18 Paesi, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori e poliambulatori, ambulatori mobili, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico. Il primo progetto partì in Ruanda, all’indomani del genocidio che provocò un milione di morti. In Iraq e in Afghanistan Emergency si è fatta conoscere anzitutto con la campagna per la messa al bando delle mine antiuomo e poi con la costruzione di ospedali, centri di riabilitazione e cooperative per il lavoro delle zone di guerra, ma è diventata ormai, come in altri Paesi colpiti dai conflitti, un punto di riferimento insostituibile per la popolazione civile, spesso priva di riferimenti sanitari e sociali in loco.