
La corona di fiori in ricordo di Erminio Rigamonti (nel riquadro)
Lecco - Erminio Rigamonti non c'è più, se ne è andato all'improvviso lasciando un grandissimo vuoto tra gli amici tifosi della Calcio Lecco. Attorno alla passione per i colori blucelesti Erminio, 42 anni, aveva costruito la sua vita di ultrà, seguendo la squadra in casa e in trasferta e intessendo appunto rapporti di amicizia che duravano da decenni. E' normale che la sua scomparsa abbia gettato nello sconforto i ragazzi della Curva Nord e in particolare i Cani Sciolti, il gruppo a cui Erminio apparteneva e che gli ha dedicato un grandissimo striscione posizionato fuori dallo stadio Rigamonti-Ceppi.
Discorso diverso invece per la corona di fiori posta in uno degli ingressi della Curva Nord, storicamente il settore del tifo più caldo bluceleste. Su quella corona c'è un nastro semplice su cui si può leggere "Ultras Como". E' un fatto mai accaduto prima d'ora. Il perché è facile da intuire per chi conosce le vicende calcistiche dei due rami del Lario. Da sempre le tifoserie di Lecco e Como sono divise da una rivalità storica che in alcuni casi si sono trasformate in vera violenza. La storia dei derby tra le squadre è costellata di scontri che hanno trasformato certe domeniche in pomeriggi di vera guerriglia urbana.
Che fosse la zona dell'imbarcadero, sul lungolago di Lecco, dove i tifosi se le danno di santa ragione in occasione di una sfida di Coppa Italia sul finire degli anni Ottanta o la stazione ferroviaria di San Giovanni di Como dove ad andare a fuoco è il treno su cui viaggiano i lecchesi in trasferta, la storia delle sfide è costellata di imboscate e ritorsioni, sassaiole e cariche di polizia con tanto di conta dei danni e feriti a fine giornata. Gli ultrà insomma non si sono mai amati, anzi a dirla tutti si sono sempre odiati. Fino ad oggi quando, per la prima volta, i muri dei codici di appartenenza sono stati abbattuti nel nome di Erminio.