Sono stati rinviati a giudizio tutti e 12 gli imputati nel procedimento sul cosiddetto “falso complotto Eni” che, secondo l'accusa, avrebbe visto un gruppo di allora dirigenti aziendali e collaboratori esterni, tra cui l'avvocato Piero Amara e l'allora manager Vincenzo Armanna, agire con diverse iniziative per “depistare” lo svolgimento dei procedimenti milanesi a carico di Eni e di suoi dirigenti per presunta corruzione internazionale in Algeria e Nigeria. Processi entrambi terminati con le assoluzioni della società e degli imputati. Tra gli imputati, anche l’ex collaboratore di Amara, Giuseppe Calafiore, l'ex capo degli Affari legali Massimo Mantovani, entrambi licenziati dal gruppo, e l'ex numero tre Antonio Vella.
Lo ha stabilito il gup milanese Cristian Mariani al termine dell'udienza preliminare. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, truffa e calunnia.
A essere state ammesse come parti civili nelle scorse udienze, Eni spa, l'ad Claudio Descalzi, il capo el personale Claudio Granata, i due manager Lorenzo Fiorillo e Massimo Insulla, assistiti da Paola Severino, Fabio De Matteis ed Enrico De Castiglione e Luca Santa Maria che fu difensore di Armanna, tutti parti offese. Il processo si aprirà il prossimo 22 febbraio davanti alla Terza sezione penale.