Milano,13 maggio 2020 - Entro domani si saprà in quale misura la Regione Lombardia recepirà il via libera del Governo alla riapertura di negozi, bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti a partire dal 18 maggio. Un via libera confermato da Palazzo Chigi nella riunione della Cabina di regia tenutasi lunedì. Ma il governatore Attilio Fontana per ora resta cauto e, come anticipato, rimanda alle prossime ore ogni annuncio. I motivi di tanta cautela sono quelli riportati già lunedì: la mancanza di un accordo sindacale a livello nazionale che consenta di pianificare orari di apertura diversi tra le varie attività economiche e commerciali nell’arco delle 4 ore comprese tra le 8 e le 12, la mancanza del report relativo a quanto accaduto, dal punto di vista sanitario, a partire dal 4 maggio, giorno nel quale è partita la Fase 2, e, infine, la mancanza delle linee guida dell’Inail, quelle che stabiliscono le regole da osservare nei luoghi di lavoro per riaprire in sicurezza. Il dato di fatto da non tralasciare è che la Lombardia è la regione che ha patito di più il Coronavirus.
Meglio evitare, quindi, fughe in avanti e precipitose retromarce. Per essere concreti: se si fosse dovuto scegliere ieri sera, la Regione avrebbe scelto, per ora, di riaprire solo i negozi e non ancora bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti. Solo per i primi c’è un modello di regole e comportamenti già attuato e quindi replicabile, quello mutuato dalle attività commerciali che in queste settimane sono state aperte o che hanno già riaperto.
Le parole di Fontana, però. «I nostri dati sono ancora alti – spiega il presidente lombardo – per cui è fuori di dubbio che delle scelte saranno prese solo quando ci fossero delle linee guida che garantiscano la sicurezza dei cittadini con grandissima percentuale di risultati e nel momento in cui i dati fossero valutati dal nostro comitato tecnico e ritenuti sufficienti. Il primo intendimento è tutelare la salute dei cittadini. Saremo estremamente cauti. Questo è il periodo più delicato». Quindi il termine di domani:
«Entro giovedì penso di dare una risposta, che sia positiva o negativa, riguardo alle ulteriori aperture di attività. Prima del 18 maggio noi dovremo ricevere le linee guida dall’Inail e i dati dai quali si dovrebbero vedere le conseguenze delle aperture del 4 maggio sulla diffusione dell’epidemia. Se i numeri stanno andando nella direzione delle ultime due settimane, credo che si potrà pensare di riaprire qualche attività. Un altro aspetto è la differenziazione degli orari di inizio lavoro, uno degli elementi che ho chiesto da tre settimane. Aspettiamo che il Governo raggiunga l’accordo coi sindacati per dilazionare gli orari delle attività».