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Coronavirus, i sindaci insistono: "Dove sono tutte queste mascherine?"

Nuova lettera dei primi cittadini dei Comuni capoluogo al governatore: dubbi anche su controlli nelle Rsa e tamponi. Fontana: confrontiamoci a tavolo istituzionale

Mascherine contro il coronavirus

Mascherine contro il coronavirus

Milano, 3 aprile 2020 - Continua il botta e risposta tra i sindaci dei Comuni capoluogo e il presidente della Regione Lombardia, anche se con toni più morbidi rispetto alle scintille degli ultimi giorni. Dopo che ieri sera il governatore Fontana aveva risposto con un'ampia e articolata lettera ai quesiti posti dai primi cittadini, oggi quest'ultimi hanno contro-risposto con uma nuova missiva, pubblicata su Facebook dal sindaco di Milano, Beppe Sala. 

I primi cittadini ringraziano Fontana per "l'articolata lettera", riconoscendone "toni e contenuti ben diversi dalle risposte che ci hai indirizzato attraverso le interviste e i social network". E a tal proposito scrivono: "Ti diciamo con franchezza, non abbiamo apprezzato che i nostri legittimi interrogativi - espressi con educazione e rispetto della tua funzione istituzionale, con l'unico interesse di rappresentare ciò che i nostri cittadini per primi si chiedono e ci chiedono - siano stati bollati come 'bieca speculazione politica', e che tu abbia cercato di farci passare per capziosi perditempo. La tua replica piuttosto, ingiustificatamente aggressiva, è apparsa come un tentativo scomposto di 'buttarla in politica', offensivo del nostro ruolo e della collaborazione che ti abbiamo fin qui lealmente offerto". I sindaci (Beppe Sala di MIlano, Giorgio Gori di Bergamo, Emiliano del Bono di Brescia, Gianluca Galimberti di Cremona, Mattia Palazzi di Mantova, Davide Galimberti di Varese), fanno quindi notare di essere "impegnati quanto te nel servizio ai nostri cittadini in questo momento drammatico. Abbiamo riconosciuto i meriti della sanità regionale quando era giusto farlo. Ma proprio per questo abbiamo il diritto di chiedere chiarezza su temi fondamentali per la salute dei nostri cittadini senza venire per questo aggrediti. Non siamo stupidi: se in precedenza avessimo ricevuto risposte soddisfacenti non avremmo avvertito la necessità di riproporre gli interrogativi. E neppure noi abbiamo tempo da perdere".

I primi cittadini tornano quindi alla carica sulle questioni sollevate, perr le quali non hanno avuto risposte soddisfacenti: approvvigionamento di mascherine, controlli nelle Rsa, tamponi e i test sierologici. "Sui quattro punti che abbiamo sollevato, alla luce di quanto ci scrivi, proviamo qui a chiedere - senza alcuna intenzione polemica - qualche ulteriore chiarimento- Se è vero, e ne prendiamo atto, che Regione Lombardia ha effettuato acquisti di mascherine per molti milioni di euro, e contestualmente la Protezione Civile sostiene di aver inviato in Lombardia il 17% di 45 milioni di mascherine - come ha dichiarato ieri Angelo Borrelli - dove sono tutte queste mascherine? Perchè noi fino ad oggi non le abbiamo viste, né le une né le altre. Possiamo avere una parola certa su quando arriveranno ai Comuni e ai nostri cittadini?".

La seconda domanda riguarda i controlli nelle Rsa: "Chiarito il punto di competenza, e appreso che sono in atto procedure di monitoraggio degli operatori sanitari, non ci pare che nella lettera si dia risposta alla domanda che avevamo sollevato, e che ci permettiamo di riproporre: e' confermato ciò che hai detto a proposito degli ospiti delle Rsa in una recente conferenza stampa, e che cioè che nelle case di riposo 'è tutto sotto controllo e che vengono sottoposti a tamponamento tanto i plurisintomatici che i monosintomatici"' Quanto alle puntuali indicazioni che a tuo dire la Regione avrebbe "sin dalle prime avvisaglie" fornito ai gestori delle strutture "per predisporre una limitazione degli accessi a parenti e visitatori degli ospiti", cosi' da tutelarne "lo stato di salute impedendo di portare all'interno agenti virali esterni", chiediamo di sapere perche' il 29 febbraio sia stata rigettata - con comunicazione a tutte le Rsa del territorio AtsBergamo - la richiesta dei gestori di chiudere le residenze agli accessi dei familiari degli ospiti".

Terzo punto i tamponi. "Appurato - scrivono i sindaci - che le indicazioni ministeriali prevedono di sottoporre a tampone rinofaringeo i soggetti sintomatici, la tua risposta chiarisce quale sia stato il cambio di strategia attuato da Regione Lombardia con l'aumento del numero dei casi, la cui conseguenza è che l'esecuzione dei tamponi e' oggi limitata ai soggetti sintomatici candidati al ricovero e agli operatori sanitari con sintomatologia similinfluenzale (oltre a quelli usati per la verifica della guarigione). Cio' significa che Regione Lombardia ha del tutto abdicato all'uso di questo strumento come mezzo per il contenimento della diffusione del virus, a differenza di quanto continua ad essere fatto in altre regioni, con cio' distanziandosi dalle direttive di cui sopra. L'auto-isolamento prescritto ad ogni assistito con sintomatologia similinfluenzale non consente infatti, quand'anche attuato, di individuare precocemente e di testare anche i familiari e i contatti più stretti. E questo a nostro avviso e' un problema. Chiediamo pertanto perche' non si sia provveduto ad acquistare più macchinari, come altre regioni hanno fatto, e maggiori quantitativi di reagente, e perche' non si sia coinvolto un maggior numero di laboratori, cosi' da poter effettuare un numero adeguato di tamponi".

Infine, i test sierologici per l'individuazione di anticorpi: "Sappiamo - e tu ce lo confermi - che sono in corso ricerche applicate e mirate su questo tipo di test. Non siamo in alcun modo a sollecitare, a tale riguardo, decisioni affrettate o imprudenti. Concorderai pero' sul fatto che la Lombardia non possa permettersi di restare indietro su un fronte cosiì importante. Altre Regioni - il Veneto, l'Emilia-Romagna, il Piemonte e le Marche - hanno già attivato la sperimentazione sul campo dei test sierologici. Con il pieno rispetto dei protocolli scientifici, siamo a sollecitare che anche la nostra Regione faccia quanto prima altrettanto. E ti chiediamo sin d'ora d'essere tempestivamente informati su caratteristiche e tempi della sperimentazione che la Regione deciderà di autorizzare". 

La replica di Fontana: torniamo a tavoli istituzionali

Il presidente regionale Attilio Fontana nel pomeriggio ha teso un po' la mano ai primi cittadini, invitandoli a spostare la polemica dai social: "I nostri amici sindaci proseguono a porre domande e chiedere precisazioni tramite i social, ringraziandomi per altro, della lettera ufficiale che ieri ho inviato a loro e ad AnciLombardia, ovvero a tutti i primi cittadini della Lombardia. Volevo chiedere a mia volta se la nostra interlocuzione debba proseguire qui sui social o possiamo tornare ai tavoli istituzionali aperti e attivi sin dal 23 febbraio scorso". "Il mio suggerimento è smettere di creare polemiche pubbliche e tornare a lavorare tutti insieme e senza distinzioni di partito ai tavoli di lavoro che abbiamo istituito. Per rispetto delle nostre istituzioni, dei sindaci di diverso orientamento politico e, soprattutto, dei cittadini che chiedono fatti", ha detto il governatore leghista. "Si potrebbe pensare che insistere tramite Facebook su argomenti già discussi e spiegati in tante occasioni di lavoro comune", a detta del governatore sia "una scelta ispirata più a esigenze mediatiche e di visibilità politica che a ragioni di trasparenza, non utile a offrire chiarimenti e cercare insieme soluzioni". In alternativa, "devo considerare non più di vostro interesse il tavolo istituzionale?", ha concluso Fontana.