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Coronavirus, bocciata sfiducia a Gallera: "Ho la coscienza a posto"

Respinta in Consiglio Regionale la mozione contro l'assessore regionale al Welfare. Su ospedale in Fiera: "Sarà punto di riferimento strategico"

L'assessore Giulio Gallera

Milano, 4 maggio 2020 -  Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, a scrutinio segreto, la mozione di 'sfiducia' all'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, con 49 no, 23 sì e 2 astenuti.  Il capogruppo della Lega, Roberto Anelli, ha ribadito "il pieno appoggio a Fontana, all'assessore Gallera e a tutta la Giunta" mentre per il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi, la mozione è stata un "gioco di palazzo" e una "speculazione politicaQ". Dopo lo scrutinio, il consigliere del Pd, Pietro Bussolati, ha chiesto "di ripetere il voto con modalità realmente segreta" perché i segni su alcune schede le rendono "riconoscibili". "È un reato - ha concluso Bussolati - vi dovete vergognare".

Il documento di sfiducia

Il documento impegnava "il presidente e la giunta a rivedere radicalmente l'assetto, politico e tecnico, dell'Assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale, poiché è venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo".

Presentando la mozione, il capogruppo del Partito Democratico, Fabio Pizzul, aveva sottolineato: "Serve un segnale chiaro di discontinuità, un netto cambio di rotta e un cambiamento. Siamo stati vicini al collasso del nostro sistema sanitario che per fortuna e bravura degli operatori sanitari non è avvenuto. Bisogna cambiare rotta e farlo subito per evitare che accada l'irreparabile". Il capogruppo ha aggiunto che "ci sarà tempo per capire cosa non ha funzionato ma adesso è necessario dare un segnale di cambiamento per inaugurare oggi la fase 2".

Gallera: ho la coscienza a posto

"Io ho la coscienza a posto, per l'impegno che abbiamo messo e quello che abbiamo fatto". Così si è difeso l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, intervenendo in Consiglio regionale sulla mozione del Pd che chiede al Governatore Attilio Fontana un avvicendamento ai vertici della sanità lombarda, alla luce di come è stata gestita l'emergenza Covid. "Io sono l'ultimo e quello meno necessario, quello che però non posso consentire e che non si riconosca il merito degli infermieri, degli oss, dei medici, dell'unità di crisi e della direzione generale Welfare che voi volete mandare a casa e smembrare, perché hanno fatto un lavoro straordinario" ha detto Gallera. "Io sono qua difendere loro, poi l'Aula è sovrana, noi continuiamo a lavorare perché c'è ancora moltissimo da fare", ha concluso.

"Ospedale in Fiera sarà punto di riferimento"

Gallera rispondendo in Consiglio regionale a un'interrogazione del consigliere Michele Usuelli di +Europa ha anche parlato dell'ospedale allestito nei padiglioni della Fiera di Milano per fronteggiare l'emergenza Covid e al momento sottoutilizzato. "Sarà un punto di riferimento strategico per i prossimi mesi della fase 2, nella speranza di non doverlo utilizzare perché vuol dire che non ci sarà una seconda fiammata del coronavirus", ha detto. 

"L'ospedale in Fiera rimane per noi centrale, lo è nella strategia lombarda e italiana. Non si capisce altrimenti perché il presidente Bonaccini (governatore dell'Emilia-Romagna, ndr) ha detto che tra un mese e mezzo sarà pronto un hub di 146 posti letto in terapia intensiva in prefabbricati non dentro gli ospedali ma in strutture attigue, spendendo 21 mln di euro di risorse pubbliche, e così anche nelle Marche e in Campania", ha osservato Gallera. "Noi - ha aggiunto - dobbiamo preparaci a gestire al meglio quello che potrebbe succedere. Fortunatamente a Milano non abbiamo vissuto quello che è successo Bergamo e Brescia, altrimenti l'ospedale in Fiera probabilmente non sarebbe stato sufficiente a ricoverare tutti i pazienti, e ne siamo contenti". 

L'assessore ha ripercorso poi i motivi per cui si è decisa la realizzazione. All'inizio di marzo, "la situazione era drammatica" e "in quel momento bisognava dare soluzioni", e una di questa era stata, "su suggerimento degli intensivisti" quella di realizzare un luogo dove poter collocare e concentrare le terapie intensive e "per ottimizzare il personale".