Gerry Scotti è amato dal pubblico per il suo grande, per la capacità di esporsi e metterci la faccia, emozionandosi anche in diretta. Per questo non passeranno inosservate le sue parole sulla drammatica esperienza del Covid vissuta in prima persona in un letto di ospedale con la paura di non farcela. "Quando sono stato ricoverato per il Covid ed ero grave - ha detto il presentatore tv 65enne in un'intervista esclusica alla rivista Oggi in uscita domani - il pensiero di mia nipote Virginia mi ha aiutato. Mi sono detto: devo guarire perche' tra un mese nasce mia nipote ed io ci voglio essere".
I giorni difficili
Zio Gerry era risultato positivo al Coronavirus a metà novembre scorso. Dopo qualche giorno a casa, era stato ricoverato all'Humanitas di Milano. “Ho perso 10 chili", aveva raccontato sui suoi profil social. E ancora: "Ho visto la storia vera del coronavirus, quello con la ‘C’ maiuscola. Tutti sperano di non prenderlo, poi quando lo prendono sperano sia una di quelle forme leggere risolvibili con un po’ di tachipirina. Quando ti accorgi che il sistema casalingo non basta, devi andare da quelli che hanno fatto la pratica. Cioè quei ragazzi che la pratica se la sono fatta sul campo in questi mesi, in ospedale, perché non c’era scritto da nessuna parte come fare. Ti devi fidare e non ti devi spaventare”. Il presentatore aveva spiegato: "Ho fatto l’ossigeno, quello è la cura basilare. Quando l’ossigeno non arriva agli organi, la saturazione comincia a scendere e la batteria del tuo telefono comincia a spegnersi. Avverti spossatezza, è come se avessi fatto una maratona senza averla corsa. Avevo la cannula nel naso e il casco che non solo ti dà la dose di ossigeno ma ti aiuta a fare ginnastica con il polmone". "Sono stato nell'anticamera della terapia intensiva, nel vero senso della parola - aveva continuato -. Mi hanno dato una stanzetta che era a metà tra il reparto normale e l'intensiva. Per non spaventarmi troppo l'hanno data a me ma c'era una porta di vetro e vedevo tutto ciò che accadeva in intensiva. Grazie a Dio mi sono bastate 36 ore lì. In quelle 36 ore ho rivisto tutto ciò che è stato, tutto ciò che è e penso tutto ciò che sarà".
Il futuro
Poi un accenno a Sanremo e alle voci che lo vogliono sul palco. "Da quando Amadeus e Fiorello, i due delinquenti -. dice con ironia - si sono messi insieme nelle loro riunioni con gli autori, ogni tanto tirano fuori il mio nome. Vediamo, se impegni tv e umani coincidono con le date di Sanremo mi farebbe piacere andare a salutare tutti e due". Racconta, poi della sua vita da vignaiolo e anticipa che dedichera' una delle sue bottiglie alla nipotina. Spiega infine che in tv l'unico programma culinario che lo attira e' Dinner Club dello chef Carlo Cracco: "Se Carlo facesse una nuova edizione e mi invitasse parteciperei molto volentieri e se non lo facesse Carlo la farei io, Carlo non si deve offendere".