La preeclampsia, nota anche come gestosi, è una complicanza della gravidanza potenzialmente pericolosa sia per la madre sia per il feto. Si tratta in particolare di una sindrome caratterizzata dalla presenza, singola o in associazione, di segni clinici quali edema, proteinuria o ipertensione in una donna incinta. In alcuni casi, possono comparire anche dolore addominale, nausea, vomito, forte mal di testa, alterazioni della vista, tremori alle mani, brusco aumento di peso. Insorge raramente prima della ventesima settimana di gestazione (più spesso dopo le 24-26 settimane) e in genere si risolve spontaneamente a distanza di qualche settimana dal parto.
Le cause
Le cause non sono state ancora identificate con certezza, ma si ritiene che siano determinanti alcune alterazioni nello sviluppo della placenta e dei vasi sanguigni che la irrorano, con conseguente possibile rallentamento della crescita del feto. Ci sono poi diversi fattori che possono aumentare il rischio di gestosi, tra cui: predisposizione familiare, ipertensione cronica preesistente, diabete gestazionale, obesità, malattie renali o epatiche, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sclerodermia.
Diagnosi e sintomi
La preeclampsia viene diagnosticata mediante valutazione della pressione e con l’esecuzione di esami ematici e delle urine. In alcuni casi è asintomatica nella fase iniziale e tale rimane fino all’aggravarsi del quadro generale. Più spesso si manifesta con sintomi, inizialmente lievi, quali: mal di testa, visione offuscata o lampi visivi, nausea e vomito, dolore epigastrico, dolorabilità al fegato, tremore alle mani, eccessivo aumento di peso (oltre 5 chili in una settimana), edemi soprattutto al volto e alle mani e nei casi più gravi a caviglie e palpebre, respiro corto per edema polmonare, diminuzione dei livelli di piastrine nel sangue, compromissione della funzionalità epatica, diminuzione della produzione di urina.
Rimedi e prevenzione
L’unica cura risolutiva è rappresentata dal parto stesso. La donna colpita da gestosi è tenuta strettamente sotto controllo fino a che non è possibile far nascere il bambino. Prima e dopo il parto e le dimissioni dall’ospedale, la pressione viene tenuta sotto controllo con farmaci antipertensivi e con la limitazione dell’apporto di sale nell’alimentazione. La prevenzione, non sempre possibile, si basa sul controllo dei fattori di rischio.