
Brescia, il ghiacciaio Adamello e Presena
Milano, 21 marzo 2025 – In trent’anni la Lombardia ha perso il 40% della superficie dei ghiacciai. Dei 118 chilometri quadrati ne sono rimasti una settantina, salvati a fatica dalla scure del cambiamento climatico. L’innalzamento delle temperature fa vedere i suoi effetti più in montagna che nelle grandi città.
E la neve, quando c’è, non basta più a garantire la sopravvienza dei ghiacciai. Soffrono in particolare l’Adamello - nel 2024 ha perso tre metri di spessore - che dalla Valcamonica (Brescia) mostra anno dopo anno il proprio arretramento. E il Fellaria, in Valmalenco (Sondrio), terzo ghiacciaio lombardo per estensione: dal 1850 si è dimezzato.

L’emergenza è tale che ieri, all’Università Statale di Milano, Cai, Cgi (Comitato Glaciologico Italiano), Cipra Italia (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), Euma (Unione Europea delle Associazioni di Alpinismo) e Legambiente insieme a un’altra sessantina di Ong, enti e aree protette hanno firmato il Manifesto europeo per la governance dei ghiacciai . Negli ultimi 23 anni i ghiacciai di tutto il mondo hanno perso il 5,4% della loro massa, pari a 6.558 miliardi di tonnellate che sono letteralmente evaporati. Per salvarli è indispensabile ridurre i gas serra limitando il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali oltre a una serie di azioni da intraprendere a livello europeo e internazionale.

“Nel mondo oltre due miliardi di persone dipendono dalla neve e dal ghiaccio delle montagne che alimentano fiumi, laghi e falde acquifere, risorse essenziali per ecosistemi, agricoltura, energia, industria e usi domestici – spiegano i firmatari –. L’anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai rappresenta un’opportunità unica per unire gli sforzi globali nella lotta contro la crisi climatica. È fondamentale perseguire obiettivi urgenti e ambiziosi di riduzione delle emissioni, affiancandoli ad azioni di adattamento coordinate, sostenute e sempre più ambiziose, per favorire la resilienza climatica e lo sviluppo sostenibile. La sfida è enorme, ma il tempo per agire è ora”.
La richiesta ai governi europei è creare un sistema di monitoraggio del rischio criosferico, favorendo la condivisione di esperienze maturate a livello locale e regionale e sviluppando un insieme comune di regole per il monitoraggio, istituire una rete multidisciplinare di competenze da condividere, con l’obiettivo di costituire una Governance Europea dei Ghiacciai. Ancora valorizzare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica nelle aree glaciali, infine sostenere l’Ue verso la tutela degli ambienti glaciali, promuovendo la riduzione degli impatti sulla criosfera, sull’uso del suolo e delle risorse idriche. Sui ghiacciai alpini, a oggi si registra la perdita di almeno un terzo della massa e con l’incremento delle temperature previsto entro il 2050 tutti i corpi glaciali al di sotto dei 3500 metri di quota saranno scomparsi.
Tra quelli già estinti c’è il ghiacciaio di Flua in Valsesia, Piemonte (Fonte Cgi), mentre quelli del Canin (in Friuli-Venezia Giulia) (Fonte Smaa-Cgi) e del Triglav (in Slovenia) sulle Alpi Orientali, si sono ridotti a residui sparsi di neve e ghiaccio. I prossimi destinati a scomparire sono quelli della Marmolada (Fonte Sat-Cgi) e dell’Adamello (Fonte Sgl-Cgi). “I ghiacciai non sono solo la più grande riserva d’acqua presente sulle Alpi e, di conseguenza, in Europa, ma sono diventati un simbolo: mostrano a tutti i cittadini, non soltanto agli amanti della montagna, il cambiamento drammatico che il nostro pianeta sta vivendo – conclude il presidente generale del Cai, Antonio Montani –. Realizzare un manifesto sui ghiacciai significa principalmente attirare l’attenzione sulla loro costante riduzione, con la consapevolezza che oggi il cambiamento paesaggistico della montagna è un fattore estetico, ma già da domani diventerà un problema pratico. Potremmo arrivare a situazioni dove l’acqua mancherà nelle nostre città, quindi è dovere di ognuno di noi interessarsi a queste problematiche e fare tutto ciò che è nelle proprie possibilità per limitare questa tendenza”.