ANDREA MORLEO
Cronaca

"Curioso, affascinante e sempre attratto dal bello"

Gianni Agnelli raccontato da Jan Gawronski. Dall'incontro alla Stampa, all'amicizia di una vita

Gianni Agnelli e l'allenatore della Juventus Marcello Lippi

Torino - "La sua caratteristica? In assoluto direi che era la grande curiosità. Si informava su tutto e credo che sia stato tra i primissimi a capire l'importanza della comunicazione e dell'immagine". Così inizia il racconto di Jan Gawroski, figlio di un politico e diplomatico polacco e della scrittrice Luciana Frassati, figlia di Alfredo Frassati, lo storico direttore e fondatore del quotidiano torinese La Stampa, che poi diventerà il giornale dell'Avvocato. "Lo conobbi a Torino, io avevo 25 anni e già allora lui era molto attratto dai giornali, anche se non ha mai amato i giornalisti". Il Gianni Agnelli raccontato da Gawrosnki è un uomo spinto da una vorace voglia di conoscere, caratteristica che lo ha accompagnato per tutta la vita.

John Elkann e sullo sfondo il nonno
John Elkann e sullo sfondo il nonno

Curioso e proiettato nel futuro

"Nel privato era un uomo interessatente ma credo, voleva essere informato su tutto ciò che accadeva". Un bulimico di informazione, l'Avvocato che era anche uomo sempre proiettato in avanti, un amante del progresso caratteristica che aveva ereditato dal nonno. "Se mio nonno fosse vissuto oggi, sarebbe stato affascinato dallo spazio", disse lui stesso. Curiosità ma anche lungimiranza come ricorda lo stesso Gawronski. "Capì molto presto che il mondo cambiava e si andava verso la globalizzazione, e soprattutto che la Fiat non sarebbe senza grandi alleanze e oggi arebbe contento di quello che ha fatto il nipote". L'Avvocato intuisce prima di altri che la globalizzazione avrebbe comportato per l'azienda la necessità di confrontarsi su scenari planetari.  

Gianni Agnelli guida un'auto con a bordo Sergio Pininfarina
Gianni Agnelli guida un'auto con a bordo Sergio Pininfarina

Attratto dal bello 

"Nel privato era un uomo interessante, era un trascinatore costantemente attratto dal bello, dai quadri alle belle donne". Dietro a tutto questo c'era un carattere di trascinatore, dotato di innato fascino. "Ne era molto consapevole e sfruttava questa sua qualità - racconta Gawronski -. Se ce l'avesse nel dna? Sì, una cosa che aveva dalla nascita, dalla famiglia, dagli studi e dalle frequentazioni".

Agnelli con Kissinger
Agnelli con Kissinger

Era un uomo di mondo

"Senza dubbio è stato più amato all'estero che in Italia", ricorda ancora Gawronski. Gianni Agnelli era l'unico italiano a uscire dai confini di un Italia provinciale, riusciva a "bucare" lo schermo grazie alla sua strabordante personalità come conferma ad esempio la copertina che il Times gli dedica nel 1969. "All'estero passava la sua immagine di uomo di successo, non interessavano i problemi che poteva avere con i sindacati. In Italia erano in molti invece a criticarlo". Tra loro politici, sindacalisti oscurati da a quell'uomo ricchissimo e potentissimo. "Spesso c'entrava anche l'invidia, non c'è dubbio".

Michel Platini
Michel Platini

Assistevo agli sfottò ai giocatori 

"Spesso mi capitava di assistere alle telefonate che faceva ai giocatori, soprattutto Platini e Boniek. Accadeva soprattutto alla mattina, si divertitva a prenderli in contropiede: amava scherzare e prenderli in giro. Lui se ne intendeva davvero di calcio e quindi coglieva sempre nel segno anche quando si affidava alle battute". Anche Boniperti era vittima delle sue frecciatine. "Non mancava mai di ricordargli la storia di Maradona: lo aveva avuto tra le mani, avrebbero potuto portarlo alla Juventus ma alla fine se lo fece scappare".

Gianni ed Edoardo Agnelli
Gianni ed Edoardo Agnelli

Lui e Edoardo diversissimi

"Due persone che più differenti non si poteva. Edoardo era un intellettuale ,sentimentale e sensibile, una persona eccezionale. Aveva semplicemente altre qualità che aveva solo lo svantaggio di voler emulare un padre così diverso da lui". E Gianni Agnbelli da parte sua non faceva nulla per colmare quella distanza. "Non si capivano semplicemente". Due mondi troppo distanti tra loro fino alla tragedia "con tutti i sensi di colpa che può avere portato con sè". 

Lapo Elkann (Ansa)
Lapo Elkann (Ansa)

Lapo il più simile a lui

"Quello che gli assomiglia di più credo sia Lapo, che comunque è un'altra persona". Tra nipote e nonno i tratti comuni gravitano attorno all'originalità. "Hanno in comune la spinta verso la creatività e la ricerca del bello e quel carattere un po' guascone". Tratti distintivi declinati in epoche diverse ma uniti da una simile "esigenza di provare e sperimentare cose nuove".