Gabriele Bassani
Cronaca

Giochi Preziosi, ora scattano i tagli: l’Italia non è più il paese dei balocchi

Quarantanove esuberi in Brianza. La produzione è già a Taiwan

Enrico Preziosi a Tokyo per la presentazione di uno dei prodotti della sua azienda

Cogliate (Monza Brianza), 4 giugno 2015 - Game over. L’Italia non è più il paese dei balocchi. Anche il colosso che vende bambole e robot taglia. E ci va pesante: 49 dipendenti dello stabilimento brianzolo della Giochi Preziosi, che ne ha in tutto 250, rischiano di perdere il posto di lavoro. A Cogliate, entro la fine del mese, dovrà essere trovato un accordo coi sindacati per accompagnare alla mobilità i lavoratori in esubero. Il taglio nasce dal calo vertiginoso del mercato per l’azienda fondata nel 1978 da Enrico Preziosi, che vende giochi, li progetta, vende merendine e capi d’abbigliamento. L’annuncio della procedura risale alla fine del mese di aprile. In queste settimane, silenziosamente, le trattative sono proseguite. Domani, in azienda, si annuncia una difficile assemblea.

I sindacati  per ora, sono sulla difensiva. , Francesco Barazzetta, della Fisascat Cisl di Monza e Brianza, tratteggia la situazione: "Stiamo lavorando al fianco dei lavoratori per ridurre il più possibile l’impatto sociale di questa scelta aziendale. La procedura di mobilità prevede per legge 75 giorni di discussione che scadono all’inizio del mese di luglio. Cercheremo di diminuire il più possibile il numero degli esuberi e di attivare tutti gli ammortizzatori". Ma a preoccupare è il modo: interi reparti dell’azienda saranno eliminati. Quello grafico, per esempio, sparirà del tutto. E i 19 addetti perderanno il lavoro. Per intanto, i sindacati sperano di trasformare, nel maggior numero possibile, gli esuberi in uscite volontarie, magari con incentivi. Ma non sarà senz’altro sufficiente. E diversi dipendenti superano i 50 anni. Per ora, comunque, sulla vertenza l’azienda ha deciso di non parlare.

L'operazione  di taglio coincide perfettamente con l’ingresso in azienda di un nuovo socio, l’imprenditore di Taiwan Michael Lee, che ha comprato il 49% delle azioni. Del resto, è proprio dal lontano Oriente che vengono per la quasi totalità i giocattoli, finora disegnati a Cogliate, distribuiti in Italia e in Europa. Ma anche questa operazione, in futuro, potrebbe essere svolta fuori dall’Italia.