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Aerei militari italiani
Roma, 16 marzo 2022 - La guerra in Ucraina non è affatto lontana. Anzi. La presenza di militari e armamenti nei Paesi della Nato che confinano con la zona di guerra rende le situazioni di pericolo pià concrete. Anche per l'Italia. Lo ha ribadito il generale Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare in audizione alle commissioni Difesa. "Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la Nato in Romania: siamo a meno di meno di venti miglia dal confine ucraino. Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra. Per questo dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole. Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c'è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine", ha sottolineato il generale.
"Avere uno strumento aerospaziale pronto - ha ricordato Goretti - è un elemento chiave per fronteggiare le aggressioni. Le prime richieste dell'Ucraina sotto assedio sono state infatti più aerei da caccia e no fly zone. L'impiego del potere aerospaziale è determinante. Noi abbiamo 170 militari in Romania per la difesa dello spazio aereo Nato".
"Ogni operazione bellica - ha proseguito - deve 'pulire l'aria' in maniera tale che chi arriva sul terreno non trovi contrasto. L'abbiamo visto in Ucraina, dove sono stati colpiti siti del sistema antiaereo. Serve sempre un ombrello protettivo, ecco perchè l'Aeronautica arriva sempre per prima. La Nato per prima cosa ha messo in campo tutti gli aerei per coprire il territorio: questo è un deterrente".
Il generale ha anche analizzato il fatto che l'idea generale (o illusione) di poter ormai vivere in pace, almeno nel nostro Paese, abbia portato alla "riduzione drastica dei velivoli in dotazione, anche per l'erronea convinzione che un maggiore livello tecnologico possa compensare una sempre minore quantità. Siamo così passati in 20 anni da 842 a 500 aerei, di cui meno di 300 con funzioni combat. Un dimensionamento attendista della forza è sbagliato e la storia ce lo sta ricordando in questi giorni con cruda evidenza".
Goretti si è anche soffermato su droni e velivoli comandati da remoto: "Vorrei stimolare una nuova riflessione sugli aerei a pilotaggio remoto. Io mi sono posto una domanda sull'opportunità di riavviare il processo autorizzativo volto ad armarli, in modo da dotarli finalmente di una componente di ingaggio al suolo", ha detto. "Questa capacità, qualora l'autorità politica ne autorizzi l'uso - ha spiegato il generale - potrà essere impiegata per ridurre drasticamente il rischio di perdita di vite umane. Non vogliamo utilizzarli ma averli significa avere questa capacità, mentre non averli e dover essere costretti ad impiegarli significa che non è detto che li troveremo poi sul mercato".