Il cocktail-bar ‘Dirty’ in stile brutalista e non convenzionale che gioca sulle corde estreme dell’acidità; l’ex-panetteria ‘Silvano’ trasformata in un’osteria moderna e vineria con cucina “da scarpetta”; il localino ‘Spore’ amatissimo dai gourmet che amano le fermentazioni e i vini naturali; e l’inossidabile ‘Joia’ perché la cucina vegetale di Pietro Leemann è una lezione di civiltà gastronomica abbinata alla fantasia e alla tecnica.
Più che indiziale, è una rivoluzione autentica, nei toni e nella grammatica comunicativa, quella che s’intravede tra le pagine della nuova guida 2024 targata Gambero Rosso dedicata al meglio della ristorazione in Lombardia: più riguardo ai ristoranti che sanno rispettare la tradizione ma anche innovarla, beffando così il tempo che passa; a quelli che coltivano pratiche virtuose, perché il cibo deve piacere ma anche fare bene; e a chi dimostra un impegno serio in tema di comportamenti green.
Esce ovviamente alla grande Milano e anche la sua Amministrazione Comunale, elogiata “per la valorizzazione dei mercati rionali”. Ma fa un figurone anche Brescia, spesso snobbata dalle guide più accreditate (Michelin in testa) ma stavolta celebrata “per la voglia di emergere attraverso molteplici espressioni della cucina”.
A proposito di gerarchie, confermata quella che fotografa il fine dining nella sua massima espressione, ovvero con le ‘Tre forchette’: in testa, con 93 centesimi, il duo Da Vittorio di Brusaporto e Cracco in Galleria di Milano, ristoranti seguiti a ruota dal D’O di Cornaredo e dal Seta di Milano (entrambi con 92 centesimi), quindi, con 91 centesimi, dal Lido 84 di Gardone Riviera, dal Pescatore di Canneto sull’Oglio, dai milanesi Enrico Bartolini-Mudec e Andrea Berton, infine (con 90) dal Miramonti l’altro di Concesio.
Tra le trattorie, Tre Gamberi per la Visconti dal 1932 di Ambivere, La Madia di Brione, il Caffè La Crepa di Isola Dovarese, Osteria del Treno e Trippa a Milano e l’Osteria della Villetta dal 1990 di Palazzolo sull’Oglio. Mentre i Tre Mappamondi per la ristorazione global premiano i milanesi Ba, Gong Oriental Attitude e Iyo Experience.
Non potevano mancare i premi speciali: a L’Alchimia dello chef Giuseppe Pastorino per il risotto giallo alla milanese; alla Trattoria del Nuovo Macello per la cotoletta alla milanese; al locale Piazza Repubblica per la Cassoeula; alla Trattoria Sincera per i mondeghili; e alla Arlati dal 1936 per l’Ossobuco.
Infine, l’attesissima lista dei nuovi Ambasciatori del Gusto nelle varie province lombarde: l’Osteria al Gigianca per la Bergamasca e l’Osteria dell’Orologio per il Bresciano, il ‘Tira Mola e Mesda’per il Comasco e l’Antica Osteria Casa di Lucia per il Lecchese, il Crotto Valtellina di Malnate per il Varesotto e la Lanterna Verde di Villa di Chiavenna per il Sondriese. In aggiunta, l’Antica Osteria del Cerreto per il Lodigiano, l’Osteria del Cavolo per il Monzese, il Caffè La Crepa per il Cremonese, la Bazzini di Canneto Pavese per la provincia di Pavia e l’Hostaria Viola per il Mantovano, mentre il Milanese piazza come ambasciatori del territorio sia la Trattoria Sincera che l’Osteria del Treno.
Novità assoluta della guida 2024, il simbolo del Gambero Verde per la sostenibilità ambientale, assegnato al già citato Joia di Pietro Leemann e Un Posto a Milano. Con tanto di metamessaggio: siamo quello che siamo stati ma anche quello che vogliamo essere. E probabilmente saremo.