
Adilma e Ravasio
Parabiago (Milano), 7 aprile 2025 – Nuove pesantissime accuse nel processo per l’omicidio di Fabio Ravasio, il parabiaghese travolto e ucciso da un’auto pirata il 9 agosto 2024 a Parabiago. Nella giornata odierna davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio presieduta da Giuseppe Fazio, hanno reso dichiarazioni spontanee due coimputati: il meccanico Fabio Oliva e Mirko Piazza, amico di Massimo Ferretti (ex amante di Adilma e anche lui imputato).
La testimonianza di Fabio Oliva
Fabio Oliva ha raccontato in aula di essere stato coinvolto inconsapevolmente nel piano: “Non sapevo nulla fino a quando non venni chiamato per riparare la Opel, quella usata per uccidere Ravasio. Mi dissero che sarebbe servita per ammazzare il compagno di Adilma. Non ci credetti. Sistemai l’auto, ricollegai la batteria e sostituii un fanale che mi portò Adilma stessa”. Solo in serata, dopo l’investimento, Oliva venne avvisato da Ferretti che Ravasio era in ospedale in codice rosso. “Solo allora capii cosa era successo, ma non andai dalle forze dell’ordine. Partii per una vacanza in camper e, dopo l’arresto, mentii al pubblico ministero Ciro Caramore durante l’interrogatorio. Per questo chiedo scusa e mi assumo le mie responsabilità. Voglio chiedere perdono ai genitori di Ravasio”. I suoi legali, Federico Bonzi e Massimo Schieppati, hanno parlato di un ruolo marginale del loro assistito, definendolo estraneo all’organizzazione dell’omicidio.
Le parole di Mirko Piazza
Ancora più dirette le parole di Mirko Piazza, che il 9 agosto fece da palo durante l’agguato. “Adilma mi disse chiaramente che voleva uccidere Ravasio. Partecipai a tre incontri per organizzare il piano. Ero senza casa, senza soldi. Lei mi promise che dopo l’omicidio, con l’eredità, avrebbe ristrutturato una cascina e mi avrebbe dato un alloggio”. Secondo Piazza, la data dell’omicidio fu stabilita attraverso un rito religioso. “Il 9 agosto era il giorno scelto da Adilma dopo un rito. Lei è una sacerdotessa del Candomblé, una religione brasiliana con riti di magia nera. Quel giorno eravamo tutti presenti, tranne il meccanico. Dopo l’investimento vidi l’auto distrutta. Ogni giorno penso a quello che è successo. Non trovo pace. Chiedo perdono ai genitori di Ravasio. Non so se riusciranno mai a perdonarmi, ma lo spero”.
Il processo ad Adilma Pereira Carneiro
Le dichiarazioni di Oliva e Piazza seguono le ammissioni già rilasciate da Ferretti. Il processo sembra muoversi come un domino: anche Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Adilma e anch’egli imputato, ha annunciato che rilascerà dichiarazioni spontanee alla prossima udienza. Secondo l’accusa, Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, avrebbe ordito un piano per eliminare Ravasio al fine di incassare la sua eredità, presentando come suoi i due gemelli in realtà figli di un altro uomo, Marcello Trifone, anche lui imputato. Un omicidio premeditato, secondo quanto emerso finora, messo in atto con lucidità, menzogne e rituali oscuri.