GABRIELE
Cronaca

Il treno e le canzoni accoppiata intramontabile

Gabriele

Moroni

È stato un flash improvviso, imprevisto. L’altro giorno, salendo sul treno, mi è tornata in mente un motivo che cantava mia madre. S’intitolava “Binario”. Lo aveva lanciato con grande successo Claudio Villa. La mamma lo intonava spesso, tanto che mi sono rimasti impressi non solo il ritornello, ma anche qualche verso.

Il binario era triste e solitario, i freni stridevano, il treno si portava via l’amore e la giovinezza. Mi sono chiesta: altre canzoni dedicate ai treni? Mentre prendevo posto in carrozza, frugavo fra i miei ricordi senza trovarne nessuna.

Maria Luisa Corti, Milano

Cara lettrice, l’imbarazzo nella risposta è duplice. L’imbarazzo della scelta. Quello che nasce dalla consapevolezza di incorrere, inevitabilmente, in numerose e clamorose (per quanto involontarie) omissioni. Ce ne scusiamo in partenza. Citiamo, in un ordine assolutamente sparso: “Il treno” di Lucio Dalla, “Una stazione in riva al mar” di Giorgio Gaber, “Povero Treno” (Edoardo Bennato), “Dove fermano i treni” (Luciano Ligabue), “Sul treno” (Simone Cristicchi). Aggiungiamo “Sul treno” di Nek.

E vogliamo dimenticarci “l’amico treno” del Ragazzo della via Gluck, quello a cui Celentano fa fischiare così: "Uah, uah"?

Anni fa Gigliola Cinquetti gorgheggiava sul treno dell’amore, treno perso, amore che ne ne andava. In “Mai più come te” il treno delle sei riporta l’immagine cara a Claudio Baglioni, che in “Amore bello” rincorrerà (forse) il treno dell’amata. In “L’estate” con John Wayne Raphael Gualazzi abbina l’immagine della vacanze in treno a quelle delle penne stilografiche e di una fantastica partita a poker che riunisce Pertini e il Duke Wayne.

C’è solo da scegliere, gentile Maria Luisa.

E da cantare.

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