Non è ancora terminato l'incubo Coronavirus che ritorna quello dell'aviaria: la Cina ha confermato il primo caso umano conosciuto del ceppo H3N8, ma le autorita' sanitarie dicono che c'è un basso rischio di trasmissione diffusa tra le persone. L'H3N8 e' noto per essere in circolazione dal 2002, dopo essere emerso per la prima volta negli uccelli acquatici del Nord America. E' noto per infettare cavalli, cani e foche, ma non e' stato precedentemente rilevato negli esseri umani. La Commissione sanitaria nazionale cinese ha affermato che un bambino di quattro anni che vive nella provincia centrale di Henan è risultato positivo al ceppo dopo essere stato ricoverato in ospedale all'inizio di questo mese con febbre e altri sintomi. La famiglia del ragazzo alleva polli in casa e vive in una zona popolata da anatre selvatiche. Il piccolo stato infettato direttamente dagli uccelli e non è stato riscontrato che il ceppo abbia "la capacità di infettare efficacemente gli esseri umani", ha affermato la Commissione, precisando che i test eseguiti sui contatti stretti del ragazzo non hanno rilevato "anomalie". Focolai di aviaria sono comunque stati segnalati anche in Canada e Stati Uniti. Ma proviamo a conoscere di più questa malattia tra sintomi, cause e rischi, grazie alle FAQ sul sito del Ministero della Salute.
Cina, primo caso umano di aviaria del ceppo H3N8
Focolai di influenza aviaria in Canada e Usa. "Mai vista una diffusione così rapida"
Che cos'è l'aviaria
L'aviaria è un'infezione virale che si diffonde normalmente tra gli uccelli. Tuttavia, alcuni virus dell'influenza aviaria possono infettare le persone. Diffusa in tutto il mondo, questo tipo di influenza è in grado di contagiare quasi tutte le specie di volatili. Può essere a bassa o ad alta patogenicità: se causata da una forma altamente patogenica la malattia insorge in modo improvviso ed è seguita da morte rapida dell'esemplare contaminato quasi nella totalità dei casi. Sebbene i ceppi di virus dell'influenza aviaria siano diversi, sono pochi quelli che causano malattie gravi nei volatili e ancor meno sono quelli che causano infezioni negli uomini. Alla fine del 2003 focolai di questa malattia vennero individuati in diversi Paesi asiatici all'interno di allevamenti di pollame e risultarono associati ad alcune infezioni umane ad alto tasso di mortalità.
Come si trasmette tra gli animali
Alcune specie di uccelli selvatici, soprattutto di ambienti acquatici e palustri, come anatre e cigni, fungono da serbatoi del virus. Lo ospitano nell'intestino, anche senza mostrare una sintomatologia evidente, e lo eliminano con le feci, con la saliva e con le secrezioni respiratorie. Il contatto di uccelli suscettibili con queste escrezioni e in ambiente contaminato favorisce la trasmissione dell'infezione. La trasmissione fecale-orale è la modalità di trasmissione più comune.
I sintomi negli animali
Il tipo di sintomatologia nei volatili varia sia in relazione alla patogenicità (capacità del virus di infettare, di diffondere e di determinare sintomi) del ceppo virale sia alla specie di volatile interessato.
Le specie più sensibili
Le specie di selvatici da monitorare, individuate dall'Unione Europea sono: oche, anatre, limicoli (pavoncella), gabbiani, cigni. I fagiani, le quaglie e le pernici appartengono a specie che potenzialmente possono contrarre la malattia. Tuttavia occorre considerare che queste specie vivono in ambienti diversi da quelli in cui si fermano normalmente gli uccelli migratori che costituiscono il serbatoio naturale dei virus influenzali. E' comunque sempre buona norma contattare il servizio veterinario territorialmente competente, qualora si rinvenisse un animale selvatico morto per cause sconosciute. Le galline presenti nel cortile di privati cittadini, che appaiono sane e razzolano normalmente senza manifestare comportamenti anomali, non rappresentano un pericolo.
Cosa fare se si riscontrano sintomi
In caso di comparsa di sintomi di malattia nel pollame domestico o di mortalità di pollame negli allevamenti, è necessario avvertire immediatamente il servizio veterinario della ASL; non avvicinarsi alle carcasse e non consentire a nessuno di avvicinarsi; non portare fuori dall'allevamento animali ed oggetti; attendere l'intervento del Servizio veterinario della Asl per l'adozione dei provvedimenti stabiliti dalle norme unionale e nazionali.
Come si trasmette all'uomo
In termini di trasmissione, sono state segnalate sporadicamente infezioni umane con virus dell'influenza aviaria. Il principale fattore di rischio per l'uomo è l'esposizione in ambienti contaminati con alta carica virale circolante e a stretto contatto con gli animali infetti, siano essi vivi o morti. Sono quindi situazioni a rischio i mercati di uccelli vivi, diverse fasi della lavorazione del pollame, come la macellazione, la spiumatura, la manipolazione delle carcasse. Per quanto riguarda la trasmissibilità interumana (da uomo a uomo), i dati al momento disponibili non dimostrano un'alta infettività di questi virus, sebbene si siano verificati alcuni casi determinanti da contatto stretto e prolungato.
I sintomi nell'uomo
In generale i sintomi dell'influenza aviaria negli esseri umani appaiono generalmente da 2 e 7 giorni dopo l'esposizione. Generalmente includono sintomi tipici simil-influenzali come: infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una grave polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto (difficoltà respiratoria), mal di gola, dolori muscolari e diarrea. Tra le malattie che risultano associate all'influenza aviaria ci sono: infezioni oculari; encefaliti e persino la morte.
Diagnosi
L'influenza aviaria viene di solito diagnosticata attraverso un tampone che raccoglie le secrezioni dal naso o dalla gola entro i primi giorni della malattia, dopo la comparsa dei sintomi. Il campione viene inviato ad un laboratorio, dove saranno ricercati ed identificati i virus dell'influenza aviaria utilizzando un test molecolare o adeguate colture. A seconda del tipo di indagine, i risultati possono essere disponibili dopo poche ore o settimane.
Prevenzione e cure
L’Oms raccomanda alcune misure personali di protezione (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza aviaria: lavaggio regolare con corretta asciugatura delle mani; buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si tossisce o si starnutisce, utilizzare fazzoletti monouso e smaltirli correttamente; autoisolamento immediato in caso di febbre e sintomi simil influenzali; evitare il contatto ravvicinato con persone malate ed vitare di toccarsi occhi, naso e bocca. I trattamenti di base che vengono somministrati in caso di contagio umano da influenza aviaria sono i medesimi che vengono impiegati per trattare le influenze stagionali. In caso di infezione umana da influenza aviaria i pazienti vengono curati in isolamento per ridurre il rischio di diffusione e viene allertato il regime di assistenza medica intensiva per far fronte ai casi più gravi.
Vaccino
Attulamente non sono disponibili vaccini per la prevenzione delle infezioni da influenza aviaria nell'uomo. L'OMS, con i laboratori che fanno parte della rete globale di sorveglianza dell'influenza, sta lavorando per l'allestimento di vaccini specifici.
Pollame e uova
Una corretta manipolazione e cottura di pollame e uova annulla il rischio di contrarre l'influenza aviaria cibandosi di tali alimenti. Il calore distrugge i virus aviari, quindi il pollame cotto adeguatamente non rappresenta una minaccia per la salute. Mettendo in atto alcune pratiche durante la manipolazione e la preparazione del pollame, è possibile evitare anche la diffusione di salmonella o altri batteri nocivi che possono infettare gli alimenti. Il consumo di carne e uova crude o non completamente cotte, in generale dovrebbe essere evitato. Allo stesso modo, gli animali malati o morti inaspettatamente non dovrebbero essere mangiati. Va sottolineato che nella Unione europea i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame del sottotipo H5 e H7 prevedono l’attuazione di strette misure di controllo che vanno dall’abbattimento e distruzione dei volatili, negli allevamenti colpiti, all’istituzione di zone di controllo intorno ai focolai dove la movimentazione è consentita solo previa esecuzione favorevole di rigidi controlli sanitari. Inoltre come regola generale i volatili inviati al macello vengono sottoposti a visite pre-macellazione e post-macellazione che assicurano in caso di sospetto l’eliminazione dei volatili dalla catena alimentare. L’insieme di questi controlli garantisce un elevato livello di sicurezza per il consumatore. Il congelamento, invece, non è in grado di distruggere il virus dell'influenza aviaria eventualmente presente in prodotti alimentari.