REDAZIONE CRONACA

Focolai di influenza aviaria in Canada e Usa. "Mai vista una diffusione così rapida"

Nello studio pubblicato sulla rivista Science i medici invitano ad alzare la soglia d'attenzione nei confronti del virus ad alta patogenicità

Controlli in laboratorio (archivio)

La pandemia di Covid non è ancora finita. Il mondo sta facendo i conti con le epaiti acute pediatriche di origine sconosciuta. Non bastasse dal Nord America arriva un nuovo (vecchio) allarme: diversi focolai di influenza aviaria. "Con una rapidità di diffusione mai vista prima", dicono gli esperti.

I focolai

In Canada e Stati Uniti sono stati segnalati diversi focolai con recrudescenze di influenza aviaria (H5N1), con virus ad alta patogenicita' (HPAIv) che potrebbe diventare una preoccupazione a livello globale.

Lo studio

A sottolinearlo un approfondimento pubblicato sulla rivista Science, nel quale gli scienziati dell'Università di Sydney e dell'Universita' di Melbourne discutono sui potenziali fattori che hanno portato a focolai di H5N1 HPAIv e le possibili strategie di mitigazione della situazione emergenziale. Michelle Wille, dell'Universita' di Sydney, e Ian Barr dell'Universita' di Melbourne, esplorano anche le possibili conseguenze associate alla diffusione dell'influenza aviaria.

Diffusione senza precedenti

"L'ondata di casi di aviaria non ha precedenti per la rapida diffusione - scrivono gli autori - la frequenza allarmante di focolai nel pollame e negli uccelli selvatici rappresenta una potenziale minaccia per l'uomo".

Rischio allevamenti intensivi

Dal 2020, i virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità si sono diffusi in tutto il mondo. Sebbene questi agenti tendano ad emergere nei sistemi di produzione allevamento intensivo, possono anche contagiare specie migratorie e selvatiche. Il virus può essere mortale per le popolazioni di uccelli, spiegano gli autori, e ha già provocato diversi eventi di mortalità nelle popolazioni selvatiche, minacciando in particolar modo gli esemplari già considerati in pericolo. Tra il 2020 e il 2021, riportano gli esperti, si stimano 15 milioni di polli deceduti o abbattuti a causa dell'infezione da HPAIv.

I rischi per l'uomo

Il virus può inoltre infettare la specie umana, e, sebbene negli ultimi due decenni i casi di spillover siano stati molto rari, questa situazione potrebbe evolvere in una minaccia per la salute globale. "Per evitare scenari pandemici - commentano Wille e Barr - suggeriamo che le organizzazioni internazionali per la salute e l'agricoltura approfondiscano le dinamiche, le cause e le motivazioni alla base dei focolai di influenza aviaria, specialmente negli ambienti caratterizzati dalla presenza umana. Sono inoltre necessari investimenti continui nel monitoraggio e nella sorveglianza delle specie selvatiche". "Se il virus continuasse ad adattarsi - concludono gli studiosi - potrebbe incrementare la capacità di trasmissione e contagiare facilmente anche gli esseri umani. Per questo è fondamentale continuare a monitorare gli animali e la loro salute".